Lui e Lei - Vacanze in Toscana 1

Le colline toscane scorrevano veloci dal finestrino, slanciati cipressi e solide siepi delimitavano i campi carichi di messi. Lei era persa in quel paesaggio, pregustando la rilassante giornata che l'attendeva. La leggera febbre che la perseguitava da alcuni giorni era stata velocemente dimenticata, sapeva che se Lui l'avesse scoperto avrebbe rimandato il weekend all'agriturismo e lei non ne aveva l'intenzione. La sessione estiva d'esami era finalmente finita e lei era decisa a godersi a pieno il mese di riposo che l'attendeva, partendo proprio da quel weekend in Toscana che lui le aveva promesso quando era rientrata a casa con un nuovo 30 e lode.

Finalmente quando ormai lo stomaco era diventato impaziente arrivarono a destinazione, gli occhi le si spalancarono dallo stupore, di fronte a lei una splendida cascina in pietra e mattini rossi, ad ogni finestra vasi di fiori dai molteplici colori e nell'aria il profumo di fieno si mescolava agli invitanti profumi proveniente da una nascosta cucina. Velocemente aprì la portiera della macchina e scese con impazienza, per un attimo la cascina sembrò inclinarsi e il cortile in terra battuta e ghiaino si fece instabile sotto i suoi piedi.
"Ei piccola attenzione" un braccio le avvolse la vita e l'attirò verso il solido abbraccio del suo Lui, velocemente l'adrenalina e il senso di vertigine lasciarono il posto a tranquillità e rilassatezza, mentalmente maledisse l'influenza, per poco non stava per cadere lunga distesa sul terreno facendosi velocemente scoprire e iniziando il weekend con un figuraccia. "Grazie, sono scesa troppo in fretta e la testa a cominciato a girare" prima che lui potesse ribattere gli posò un veloce bacio sulla guancia e si divincolò dal suo abbraccio dirigendosi verso il retro della macchina.

Rimase per un istante a guardarla, i capelli le si erano liberati dalla coda in cui li aveva rinchiusi ed ora le ricadevano sulle spalle in una morbida onda tra il rosso ed il dorato. I raggi del sole attraversavano la leggera camicetta in lino lasciando intuire sotto  di essa il fisico atletico già esaltato dai corti shorts in jeans. La vista lo lasciò a bocca aperta ed il brivido che gli attraversò tutto il corpo cancellò istantaneamente il dubbio che gli era venuto a seguito dell'improvviso mancamento. Lei era rimasta molto silenziosa durante le quasi quattro ore che erano servite per arrivare li e gli era venuto il sospetto che ci fosse sotto qualcosa.

Dopo aver velocemente posato gli zaini in camera, una splendida camera matrimoniale con il letto in ferro battuto e dei mobili in legno d'ulivo che sembravano provenire direttamente dal primo novecento, scesero al piano inferiore per un veloce pranzo.
Lei non era sicura di come avrebbe reagito il suo suo stomaco e guardò titubante il generoso piatto di affettati che una giovane cameriera le mise di fronte, con un sorriso alzò gli occhi verso di Lui decisa a lasciargli mangiare buona parte del piatto. Fu con sgomento che vide un identico piatto di fronte a lui, non aveva considerato le abbondanti porzioni della cucina contadina.

"che cos'hai ti senti bene?" Domandò mentre la guardava sbocconcellare dubbiosa il piatto di pappardelle al cinghiale che aveva di fronte? Conosceva il suo amore per la cucina contadina ed era abbastanza sorpreso dalla circospezione con la vedeva affrontare il pasto, quasi timorosa che qualcosa stesse per andare storto.
Lei alzò gli occhi dal piatto e con un sospiro confessò: nei tre giorni precedenti aveva avuto qualche linea di febbre e lo stomaco leggermente scombussolato, tuttavia era stata molto attenta ed ora stava bene, non serviva che ritornassero a casa.
Lasciò cadere la forchetta e la fissò con un misto di rabbia e preoccupazione, negli ultimi giorni era rientrato sempre tardi dall'ufficio e ora capiva perché l'aveva trovata sempre già a letto, si maledì mentalmente per non aver notato i classici segni del suo malessere. Passato il primo momento si concesse un paio di minuti per pensare, il viso di lei era di un bel colore rosato e dopotutto sembrava stare bene. Però avrebbe dovuto dirglielo. Con un sorriso la tranquillizzò.

Dopo il caffè decisero che era il momento buono per una passeggiata, la proprietaria gli aveva parlato di un piccolo boschetto sulla cima della collina dal quale si poteva godere di una splendida vista sulla campagna. Munitisi quindi di una coperta e di una borraccia decisero di smaltire il pranzo.

Quella di Lui non era stata una buona idea, aveva accettato subito con entusiasmo perché non voleva rischiare di fargli capire che no non era completamente guarita come voleva fargli credere. Tuttavia la leggera pendenza la stava mettendo a dura prova, ma lui non doveva accorgersene, quindi camminava dritta cercando di stare al suo fianco.
Quando arrivarono all'interno del boschetto fu quasi una liberazione, non appena Lui si fermò in uno spiazzo colse l'occasione per stendere la coperta e sdraiarsi a pancia sotto ben intenzionata a godersi il meritato riposo.

Rimase abbastanza sorpreso quando la vide sdraiarsi a terra come se fosse esausta, avevano camminato per non più di 30 minuti e per una che aveva fatto parecchio sport durante la vita non era propriamente una sfida. Preoccupato le si sedette accanto chiedendole come stava, da li poteva vedere che aveva il fiato corto e il viso rosso e accaldato.

Quando lo vide sedersi accanto a lei provò l'irresistibile impulso a posare la testa sulle sue ginocchia, si sentiva accaldata e stanca e se avesse potuto le si sarebbe arrampicata tra le braccia e si sarebbe lasciata cullare e trasportare sino a casa. La sua mano cominciò ad accarezzarle i capelli e lei si concesse qualche istante di beatitudine prima di confessagli che forse no non stava proprio bene al 100%, non sentiva di avere febbre e lo stomaco sembrava aver gradito il pasto contadino. Tuttavia si sentiva molto stanca e avrebbe voluto sprofondare in un sonno profondo.
Non appena liberatasi da quel peso lo senti sbuffare irritato, si forse questa volta aveva esagerato, ed ecco quindi che le carezze venivano accompagnate da una lunga predica sul fidarsi di lui e sull'importanza di evitare di stare male. Non era la prima volta che si trovava nella medesima situazione (eppure non sapeva perché, ma ci si ritrovava ancora e ancora).
Improvvisamente sentì il silenzio, la mano di lui aveva smesso di accarezzarla e si era appoggiata sul suo fianco, alzo gli occhi per guardarlo e le bastò un occhiata per capire che cosa sarebbe successo, sul viso di lui un espressione serena ma decisa in cuor suo sapeva che l'aveva già perdonata, ma doveva ancora pagare il prezzo della sua sconsideratezza. Lentamente fece scivolare la testa giù dalle sue ginocchia, non era certa di cosa dovesse fare, non si erano mai infatti trovati in una situazione del genere, solitamente infatti erano a casa quando lei pagava il prezzo. Nel dubbio decise quindi di stendersi a pancia in giù sulla coperta la testa nascosta tra le braccia e i piedi ben distesi.
Sentì le mani di lui alzarle lentamente la camicetta sin quasi sotto al seno e la fresca aria toscana le provocò un brivido, brivido che continuò quando le sue mani s'insinuarono sotto di lei per sbottonare i corti shorts e fargli scendere lungo le gambe insieme alle mutandine. Non resistette e inarcò la schiena per facilitargli il compito, soffocando un gemito di protesta affondò i denti nel labbro inferiore, il suo corpo infatti sembrava incurante della punizione imminente, come se si aspettasse altro.
Fu il primo colpo a comunicargli chiaramente che non sarebbe stato nulla di piacevole, la sorpresa la fece sobbalzare e pote sentire l'erba sotto di lei premerle lungo tuto il corpo. Le altre volte era quasi sempre sulle ginocchia di lui oppure sdraiata su qualcosa di morbido, la sensazione dell'erba la lasciò stupita. Non riusciva a capire se era piacevole o meno. Mentre i colpi cadevano precisi lei si trovava quindi in balia di una serie di nuove sensazioni: il profumo dell'erba e della terra, la brezza ed il sole che scaldavano e accarezzavano il suo corpo che cominciava ad arrossarsi, l'erba sotto di lei che la pungeva e l'accarezzava. Dopo poco si lasciò trasportare da queste sensazioni, l'insieme andava a amplificare la sensazione di dolore e piacere che ben conosceva.
Lui non sembrava intenzionato a punirla in modo severo, anche se a quel ritmo sapeva che avrebbe potuto continuare per diverse ore. I colpi cadevano infatti con un ritmo lento e regolare, non colpendo mai lo stesso punto e assicurandosi che lei tornasse nella medesima posizione prima di colpire nuovamente.
Il tutto non durò più di dieci minuti, ma a lei sembrarono eterni, improvvisamente i colpi divennero carezze, lei rimase immobile ancora una volta incerta su che cosa fare rimasero fermi così a lungo lei sdraiata sulla schiena, il dolce culetto arrossato esposto alla luce del sole, alle carezze del vento di primavera e del suo lui.

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