F&G - Sorpresa

Era passata una settimana da quando aveva regalato loro il frustino, quasi che insieme ad esso avessero portato in casa una maledizione Francesca non si era più cacciata nei guai e Giulia era troppo impegnata a preparare l'ultimo esame dell'appello per provocarla e stuzzicarla.
Francesca la sbirciò da sopra il bordo del libro che si stava costringendo a studiare, dall'altra parte del tavolo Giulia era chinata sul una serie di fogli pieni di grafici e dati. Per fortuna quel pomeriggio avrebbe avuto l'orale e poi sarebbe stata tutta sua sino alla fine di Agosto, lei aveva dato l'ultimo esame un paio d'ore prima e tutta contenta le aveva subito inviato una foto del suo nuovissimo 30, per ingannare il tempo in attesa che lei andasse a sostenere l'esame aveva iniziato a leggere il nuovo romanzo che aveva acquistato, ma ora cominciava ad averne abbastanza.
L'orologio segnava le 15:10, Giulia sarebbe schizzata dalle sedia non valeva la pena di roveschiarle sui libri il bicchiere di Coca Cola mezzo pieno che la stava tentando.

Basta, sentiva il cervello che le sarebbe scoppiato da un momento all'altro, era venuto il momento di chiudere i libri e lanciare i dadi. Raccolse il quaderno degli appunti e, non prima di aver dato un leggero bacio di buona fortuna a Francesca si decise ad uscire per andare all'università.

Calcolò che tra tragitto ed esame aveva circa un paio d'ore per prepararsi a dovere. Non appena lei uscì di casa di nascose dietro la tenda per verificare che la via fosse completamente libera, appena la vide girare l'angolo entrò in azione:
Come prima cosa fece sparire tutti i libri e i fogli da tavolo e scrivanie lasciando cadere tutto quanto sul fondo dell'armadio. Ebbe la sensazione che qualcosa si fosse strappato, ma se ne sarebbe preoccupata tra un mese. Dopo i libri fu la volta del letto, d'estate era raro che rifacessero il letto ogni mattina, e dei piatti del pranzo che ancora giacevano nel lavello. Quando la casa fu in ordine si precipitò in bagno: doccia calda, pintezza e ceretta cancellarono ogni segno di stanchezza da studio

Era appena uscita dal bagno quando un messaggio sul telefono le annunciava che l'esame era stato superato con successo. Cavolo era stata veloce, troppo veloce. come una furia si lanciò in camera aveva circa mezz'ora, doveva accellerare i tempi. Stava furiosamente rovistando nel cassetto della biancheria quando ebbe una folgorazione: 10 minuti dopo era pronta.

Si prese del tempo per estrarre il frustino dall'involucro che era stato nascosto sotto l'armadio, lontano da occhi indiscreti. Sentì un lungo brivido quando le sue sue mani sfiorarono il rigido cuoio intrecciato e scivolarono lentamente lungo il manico, poteva sentire il rilievo dei muscoli in tensione. Per un istante si domandò come doveva essere vibrare un colpo contro il morbido corpo di una donna, provocare il particolare schiocco che fa il cuoi quando colpisce la pelle. Risvegliandosi come da un sogno depose lo strumento sul letto il manico rivolto verso l'esterno.

Fu la prima cosa che vide appena rietrata a casa, Francesca l'attendeva in piedi di fronte a lei, la schiena leggermente appoggiata allo stipide della porta del bagno così da stare relativamente comoda mentre l'aspettava. Quello che vide le mozzò il fiato: era a piedi scalzi, fasciati in un paio di leggere calze bianche che correvano sino a meta del polpaccio quasi fondendosi con la pelle chiara ed evidenziando i muscoli ben definiti. Una nera gonna a cerchio le ricadeva morbida sui fianchi in mille pieghe sottili che sembravano voler schivolare via da un momento all'altro. Gonna e fianchi terminavano  nello stesso punto per lasciare il posto a una bianchissima camicetta di cotone che l'avvolgeva con fare protettivo sin dove iniziava il sinuoso collo in cui tante volte si era persa in mille baci leggeri. Il seno sembrava quas nascondersi dietro gli stretti bottoni bianchi, lasciandosi solamente intravedere li dovr la camicetta curvava verso l'esterno per accoglierlo in un rassicurante abbraccio. I capelli le ricadevano scolti sulle spalle in un liscio torrente dorato, solo un ciuffo ribelle le attraversava il volto leggermente truccato, caricando la sua espressione innocente di una sfumatura provocante. un leggerissimo strato di matita e mascara valorizzava ancor di più gli splendidi occhi una piccola porzione del Mar di Sicilia.

Sentiva i suoi occhi che le accarezzavano ogni curva del corpo, lentamente come a voler intrappolare ogni dettaglio di quello che vedevano. Non trattenne un brivido mentre le concedeva tutto il tempo del mondo e fu solo quando i loro occhi si incrociarono che disse alcune semplici parole: "Sono stata cattiva!".

[continua]

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