F&G - Sensazioni uniche

Le si avvicino lentamente, vide le sue labbra schiudersi leggermente pronte ad accogliere il suo bacio, le oltrepassò sentendo il suo corpo contrarsi per protesta. Sentì il suo seno premerle contro il petto e pote intuire sulla sua pelle i duri capezzoli che chiedevano le sue attenzioni. Con notevole sforzo mantenne le braccia lungo il corpo, la sua bocca arrivò a pochi millimetri dall'orecchio di lei:

"Aspettami in camera"

Mentre si allontanava da lei la sentì fremere mentre i suoi occhi riflettevano lo sforzo che stava facendo per rimanere immobile. La oltrepassò e entrò velocemente in bagno prima che i sensi avessero la meglio.

Ubbidiente andò in camera e si sedette sul bordo del letto, lo sguardo le si posò sul frustino che aveva ordinatamente posato sul letto, prima di sedervisi accanto si concesse un istante per sfiorarlo con la punta delle dita mentre un nuovo brivido le percorse il corpo. Accavallò le gambe, aggiustò la gonna e attese, pregando che uscisse dal bagno il prima possibile.

Entrò in camera dopo quella che parve un eternità e il tempo si fermo. Migliaia di piccole goccioline d'acqua decoravano l'intero corpo di lei, amplificando la luce morente della sera e rivestendo il suo corpo nudo di mille sfumature bronzee, come se Efesto stesso l'avesse appena creata nelle oscure profondità della sua fucina. I capelli ancora umidi le ricadevano sul collo e sulle spalle, soltanto una sottile ciocca sfidava la sorte e le attraversava il petto arrivando a sfiorare uno dei capezzoli che il caldo e l'eccitazione avevano risvegliato dal loro torpore. I verdi occhi, che sembravano trattenere al loro interno un intera foresta, erano stati evidenziati da una sottile linea di matita scura che accentuava ancor di più lo sguardo acceso di desiderio.

Il volto di Francesca lasciava trasparire l'effetto che la sua apparizione aveva avuto su di lei, sentì le sue labbra alzarsi autonomamente in un leggerissimo sorriso, mentre lunghe spire di desiderio le avvolgevano il corpo. Arrivò a due passi da lei e si fermò, ruotando leggermente la testa incrociò il suo sguardo.

Non ci fu bisogno di parole, non appena incrociò il suo sguardo capì cosa voleva. Con un unico movimento fluido si alzò dal letto e contemporaneamente raccolse il frustino, stesse molto attenta a non prenderlo per il manico, ma lo sollevò infilando entrambi i palmi sotto di esso. Rimase quindi immobile di fronte a lei, porgendole il frustino con entrambi i palmi verso l'alto e la schiena perfettamente dritta.

Giulia impugnò decisa il frustino senza smettere di fissarla negli occhi, non appena le dita si chiusero sulle forme decise dell'animale sentì una lunga scossa percorrerle il braccio destro e il fuoco dentro di lei ruggire impaziente. Tenne la punta del frustino dritta di fronte a loro per un lunghissimo istante.

Era quasi persa nel verde dei suoi occhi quando sentì il morbido cuoio appoggiarsi sulla guancia destra, mordendosi il labbro inferiore chiuse gli occhi e lasciò che l'intero corpo si concentrasse su quell'unico piccolo pezzo di cuoio.
Lo sentì scendere lentamente verso le sue labbra mentre il profumo di Francesca si mescolava a quello del cuoio conciato, quando lo senti posarsi sulle labbra le aprì leggermente afferrandolo con la punta dei denti, poteva sentirne il sapore e la durezza mentre una mano invisibile sbottonava uno ad un i bottoni della camicetta. Mentre l'aria fresca le solleticava la pelle udì il leggero sospiro sorpreso di Giulia mentre si rendeva conto che non vi era alcun reggiseno. Quando l'ultimo bottone fu slacciato una leggera pressione le fece capire che doveva lasciarlo andare, obbedì docile e sentì il cuoio riprendere a muoversi. Le sfiorò prima il mento prima di raggiungere la gola e il collo, sentiva i muscoli tendersi e fremere mentre scorreva lungo la clavicola sino a fermarsi li dove l'osso incontra lo sterno. Quasi inconsapevolmente trattenne il fiato e spinse ulteriormente il torace in avanti, come ad invitarlo a continuare il suo percorso.

Giulia sentiva l'eccitazione salire sempre di più, i muscoli del braccio tesi nello sforzo di controllare ogni minimo movimento dello strumento. Percorse lentamente l'intera curva del seno destro di Francesca ammirando la sua disciplina. Le strappò un piccolo gemito quando staccò il frustino da lei e lo poggiò delicatamente sul suo capezzolo destro. Iniziò ad accarezzarlo con la punta, vedendolo inturgidirsi sempre di più.

Francesca non trattenne un gemito di sorpresa quando sentì il cuoio colpirle leggermente un capezzolo, Un lampo le si propagò lungo tutto il busto andando a perdersi nelle profondità del suo corpo. Apparentemente soddisfatto il frustino si mosse nuovamente scendendo lentamente verso l'ombelico, più scendeva più i suoi sensi si facevano acuti mentre il torace si gonfiava in un lunghissimo respiro. Era ormai sul punto di esplodere quando superò l'ombelico e andò a posarsi sul bordo della gonna.

Improvvisamente scomparve, i suoi sensi si tesero sino allo spasmo mentre la sua forza di volontà contraeva ancora di più le palpebre impedendole di aprire gli occhi, per un lunghissimo istante le sembrò di essere sola mentre un angosciante senso di abbandono iniziò a risalirle lungo il corpo. Trasalì quando una mano le si posò delicatamente sulla spalla e udì nuovamente il respiro di lei accarezzarle il volto.
"Voltati"
Il comando giunse imperioso e improvviso, mentre veniva accompagnato dalla pressione della della mano poggiata sulla sua spalla. Si lasciò condurre da quella mano e si voltò lentamente. Si sentì avvolgere il fianco mentre la sua schiena incontrava il petto di Giulia, percepì dientro di lei il suo corpo nudo mentre sensazioni sempre più forti le annebbiavano i sensi. Ruotò il collo mentre le labbra si schiudevano alla ricerca di un bacio che non venne. Il frustino le si poggiò dietro il collo in un muto comando, mentre si chinava in avanti lo poteva sentire percorrere la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza. Odiò la gonna che aveva indossato quando lo sentì perdersi in essa nello stesso instante in cui le sue ginocchia incontravano il tappeto ai piedi le letto. Poggiò quindi la testa suli avambracci e attese.

Giulia non pote trattenere un rumoroso respiro stupito quando le sollevò la gonna sulle reni e si rese conto che sotto non portava le mutandine, percorse quindi con la punta del frustino la bianca linea che marcava il confine tra la parte solitamente coperta e quella esposta al caldo sole estivo. Fu proprio li che portò il primo colpo, il suono del cuoio che percuote la pelle risuonò per la stanza con un forte schiocco, mentre Francesca non tratteneva un gemito di sorpresa. Si prese quindi qualche secondo per osservare il lieve rossore che cominciò ad apparire proprio al centro della natica destra, prima di posizionare meglio il corpo e continuare.

Aveva già provato il morso del frustino sulla pelle, tuttavia in passato avevano usato un paio dei frustini che erano solite utilizzare durante le lunghe ore trascorse al campo d'equitazione, oggetti moderni pensati per indirizzare un cavallo e non certo per essere usati sul morbido e delicato corpo di una donna. Le sensazioni che provava in quel momento erano completamente nuove, chiunque avesse costruito quel frustino sembrava infatti che l'avesse dotato di una flessibilità e di una durezza molto particolari, ogni colpo sembrava quindi attraversarle l'intero corpo, come se il frustino stesso le trasmettesse piccole scariche di elettrizzante piacere. Prima che il suo corpo potesse assorbire completamente il colpo ecco quindi arrivarne un altro, mentre gli schiocchi si mescolavano ai sospiri di entrambe in quella che era una melodia unica.

Il bruciore cominciava a farsi intenso quando i colpi finirono rimase quindi immobile in attesa, mentre la schiena si fletteva e i fianchi si protendevano verso l'estero in attesa.

"spogliati e guardami"

il comando giunse nuovamente improvviso mentre un ultimo colpo sottolineò l'urgenza del comando.

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