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La Teoria del Riccio - Parte 3

 "Con crittografia simmetrica, o crittografia a chiave privata, si intende...driiiin" Il campanello distolse l'attenzione di Diana, sbuffando diede un'occhiata veloce al telefono: erano già le 10, stava studiando da almeno tre ore. "driiiin...driiiin...driiiin" Chiuse il libro con un imprecazione e si avviò verso la porta, chiunque stesse suonando aveva chiaramente intenzione di sfondarle il campanello "driiiin...driiiin" "Eccomi arrivo, arrivo" Senza pensarci spalancò il portone e si trovò investita da un oggetto non identificato. "Ciao...Diana, ti ho portato la colazione..." Schermandosi istintivamente il viso riuscì ad intercettare il sacchetto bianco che una sorridente Nives le aveva praticamente lanciato sul viso di esso una sorridente Nives. Sorridendole a sua volta la lasciò entrare notando con una punta di preoccupazione le due enormi tazze di caffè americano che stava tenendo con la mano sinistra. "Ciao Nives, vuoi

La Teoria Del Riccio - Parte 2

"Uao quanti libri"  Nives non riuscì a trattenere un esclamazione, un enorme libreria in legno scuro avvolgeva l'intero salotto del piccolo appartamento lasciando libera solo la parete di fondo. Su di essa era infatti stata collocata una piccola cucina, anch'essa in legno scuro e la porta che evidentemente dava sul corridoio d'accesso alle camere. L'enorme libreria sembrava esser stata realizzata su misura e, oltre ad una notevole collezione di libri, trovavano posto al suo interno una discreta televisione e altre suppellettili. Un piccolo divano in pelle nera era stato collocato di fronte la televisione e di spalle alle uniche due finestre dalle quali si poteva godere di una bellissima vista sul piccolo molo turistico di Ares. "Mettiti pure comoda, recupero garze e acqua ossigenata e sono da te" Il tono di Diana non ammetteva repliche, quasi senza rendersene conto Nives ubbidì e toltasi il giubbotto si sedette buona buona sul divano. Nel attesa lasc

La Teoria del Riccio - Parte 1

Chiunque abbia frequentato l'università sa che la sessione invernale è la più dura di tutte, concentrarsi sugli esami con ancora il profumo del natale addosso è infatti una delle cose più difficili in assoluto. Fu quindi con uno spirito tutt'altro che gioioso che Diana si preparò per andare ad affrontare il primo dei due esami che avrebbe dovuto dare entro la fine di Gennaio. Non era ancora uscita dal portone che gli occhiali erano già diventati inservibili a causa ddi una insopportabile pioggerellina: piccole e gelide goccioline che s'insinuavano sotto i vestiti costringendola a tremare di freddo già dopo pochi passi. Per sua fortuna aveva trovato quel piccolo appartamento a pochi minuti dalla sede della Facoltà di Scienze e, rischiando più volte di scivolare sui sampietrini resi viscidi dalla pioggia, arrivò rapidamente nella piccola piazza antistante l'università. Come sempre si fermò alcuni istanti a leggere la scritta che ne decorava la facciata: "Non hai mai

La Maledizione di Al Kali - Parte 1

Odiava quella piccola città di provincia in cui era costretto a vivere: Quattro chiese, due supermercati, un centro commerciale e una serie infinita di piccole villette, quelle dei più benestanti sulla collina e tutte le altre lungo gli argini del torrente. Un piccolo paradiso immerso nel verde per gli adulti, un vero e proprio inferno di mediocrità per chiunque avesse meno di 20 anni. Le cose peggioravano poi notevolmente se eri un ragazzo di 18 anni, le tue due madri erano troppo prese dal lavoro per portare te e tua sorella in vacanza. Perso in quei dolci pensieri Marco continuava a gironzolare per le strade deserte senza prestare alcuna attenzione al mondo, dopotutto erano le quattro del mattino ed era praticamente l'unico essere vivente fuori dal letto. Fu quindi con leggero stupore che arrestò lo scooter sul retro del piccolo Luna Park che, da qualche giorno, occupava una delle anse del torrente. Non immaginatevi però i grandiosi Luna Park della televisione, quelli stavano be

Una notte

La vecchia penna d'oca scivolava incerta sulla pergamena, lasciando dietro di se parole ormai prive di vita. Le lunghe giornate passate a scrivere e fare l'amore erano ormai un lontano ricordo e l'anziano scrittore faticava a proseguire il suo lavoro. Sospirando volse il viso verso la piccola finestra, la notte giungeva ormai al termine e di li a poche ore le giovani avrebbero salutato il ritorno di Proserpina chiudendo negli armadi cappotti e sciarpe e lasciando che la brezza primaverile s'insinuasse tra gonne e camicette risvegliandone i sensi e solleticando la fantasia degli uomini di ogni età. Quei sentimenti erano però ormai spenti dentro di lui e il loro ricordo lo portò ad allungare la mano verso la bottiglia poggiata ai piedi del tavolo, sbuffando si rese però conto che era ormai vuota, anche Bacco l'aveva ormai abbandonato. Stropicciandosi gli occhi provò quindi a concentrarsi nuovamente sul suo lavoro, ma bastò una singola occhiata per rendersi conto

Tre paperelle

“3:50” il display del cellulare illuminò per un istante la penombra del lungo bancone in legno che divideva la prosperosa barista dai tavoli ormai vuoti. Ancora 600 secondi e avrebbe potuto chiudere la pesante serranda metallica e con lei la peggior settimana dell’anno: la settimana della moda. Ogni anno migliaia di persone si riversavano in strada per tutta la notte e, sebbene i guadagni salissero considerevolmente, ormai non aveva più l’età per sopportare le decine e decine di ragazzine ubriache che incontrava ad ogni angolo. Mentalmente si annotò di lasciare che fossero i suoi dipendenti a gestire il pub l’anno successivo, col cavolo che gli concedeva di uscire prima ancora una volta. 3:55 Contando i secondi iniziò a sistemare il retro del bancone, riallineando le bottiglie e segnandosi quelle che avrebbe dovuto riordinare, aveva dato fondo alla sua scorta di birra e doveva assolutamente ordinarne una scorta prima della partita di mercoledì. Persa nei suoi pensieri non

Al numero 10: L'elfo domestico

Un paio di settimane dopo lo “scontro” tra Ron e Hermione al numero 10 le cose sembravano aver finalmente preso la direzione giusta: Il lavoro di Harry e Ron li teneva molto impegnati, anche se il secondo aveva notato che le missioni dell’amico coincidevano spesso con le partire in trasferta di una certa giocatrice delle Holyhead Harpies. Hermione aveva finalmente ultimato la traduzione de “Le Fiabe di Beda il Bardo” che l’era stata commissionata un anno prima e stava trattando il suo ingresso al Ministero della Magia. Fu quindi con le migliori intenzioni che quella mattina Ron scese di buon ora per fare colazione, Harry era in missione in Irlanda (così come le HolyHead Harpies) e Ron non vedeva l’ora di godersi un tranquillo weekend con la sua streghetta preferita. Con sua grande sorpresa la streghetta sembrava esser svanita, non c’era traccia di lei in nessuna stanza del piano terra anche se tanti piccoli indizi lasciavano pensare che fosse stata li fino a poco tempo prima. Afferra