Lui e Lei - LibroPizzeria

Uscirono tardi di casa quella sera, Lui era uscito tardi dall'ufficio a causa di un imprevisto e erano stati molto vicini a non uscire affatto. Lei aveva però insistito molto, spingendosi molto vicina alla soglia che l'avrebbe portata sulle sue ginocchia. Alla fine aveva ceduto ed ora lo poteva udire borbottare sottovoce mentre parcheggiava la loro auto nel cortile della piccola pizzeria.

Impaziente quasi lo strascinò fuori dall'auto, aveva fame e le sue amiche le avevano parlato molto bene di quella piccola pizzeria. Il proprietario era un amante dei libri e aveva quindi trasformato la vecchia pizzeria dei genitori in una particolarissima libreria/biblioteca. Quando entrarono le sembrò un mondo incantato, enormi librerie stracolme di libri correvano lungo tutte le pareti sino ad arrivare a sfiorare gli affreschi che decoravano il soffitto dal quale scendeva un unico lampadario in cristallo che proiettava una calda luce giallognola. Al pianterreno una decina di tavoli di legno scuro fungevano da postazioni di lettura durante il giorno, per poi ricoprirsi col calar della sera di candide tovaglie e pizze fumanti.

Appena entrati una cameriera rivolse loro un caldo sorriso e li accompagnò ad un tavolo libero, porgendo loro i menù.

Lui la guardò basita quando rivolse un occhiataccia alla cameriera e quasi le strappò il menu di mano, non appena se ne fu andata non pote quindi trattenersi dal rivolgerle un leggero rimprovero, capiva che aveva fame, ma non era il caso di essere maleducati. Mentre lei boffonchiava una scusa si dedicò quindi alla scelta della pizza.

Stava cominciando ad innervosirsi, aveva fame e tutto sembrava procedere molto lentamente, erano seduti da almeno venti minuti e la cameriera non era ancora venuta a prendere le loro ordinazioni. Quando la vide attraversare ancora una volta il locale non seppe quindi trattenersi e con quello che risultò un urletto decisamente troppo forte attirò la sua attenzione. La vide accorrere e con un sorriso quasi di scherno raccogliere le loro ordinazioni, "mi raccomando abbiamo fame!" questa volta lei non sorrise, ma educatamente le assicurò che sarebbero stati serviti il prima possibile.

Con un leggero colpo di tosse richiamò l'attenzione di lei, ancora concentrata sul piccolo corridoio dietro al quale era scomparsa la cameriera, stava rapidamente superando il limite e solo la curiosità di provare la cucina di quel particolarissimo locale lo tratteneva dal riaccompagnarla a casa a assicurarsi che dormisse a pancia in giù. Incrociò quindi il suo sguardo e le trasmise senza una parola l'evidente minaccia.

Trascorsero quindi alcuni minuti chiacchierando compostamente, aveva deciso di raccontarle la sua giornata così da distrarla e rendere ancora più evidente la sua ormai evidente irritazione, non poteva certo immaginare cosa sarebbe successo da li a pochissimo.
Il braccio destro di lei scattò verso l'alto mentre quasi saltellando sulla sedia emetteva una serie di fastidiosi richiami che, voltandosi, capì essere rivolti alla cameriera che stava arrivando con alcune pizze che potevano essere le loro. Quando lei li oltrepassò non pote non scorgere lo sguardo di evidente irritazione che aveva rivolto loro, strinse forte il pugno destro per riprendere il controllo di se, ma il destino non aveva ancora finito: Il braccio di lei ricadde bruscamente sul tavolo accompagnato da un sonoro sbuffo e da rumore di vetro contro legno, una vistosa macchina porpora si allargò quindi sulla tovaglia.

"Ora basta, hai superato il limite" parlava con voce calma mentre la fissava dritta negli occhi. "Ora ti alzerai e andrai in bagno, ti raggiungerò tra un paio di minuti".

Le parole di lui prima la raggelarono, senti il nervosismo e l'irritazione scivolare via in un battito di ciglia mentre una protesta le moriva sulle labbra leggermente aperte, un suo ulteriore sguardo le confermò che non si trattava di uno scherzo. Cercando di non arrossire si alzò lentamente, mentre le gambe si facevano molli. Con esitazione percorse quindi il breve corridoio e scese la scala a chiocciola che portava al piccolo bagno al piano di sotto. Attese esitante quasi non notando le piccole mattonelle in cotto che ricoprivano il pavimento e le pareti, il grande specchio da parete e il lavello in bronzo appoggiato sul piano anch'esso in cotto. A quanto pare i proprietari avevano deciso di curare ogni minimo particolare, come a voler trasportare i loro ospiti in un mondo senza tempo dove regnavano la semplicità il calore e l'eleganza.
Dopo qualche minuto la porta in legno scuro si apri lentamente lasciandolo entrare.

Se se la fosse trovata di fronte in un altro frangente; il corpo fasciato in uno stretto tubino blu notte, i rossi capelli sciolti che cadevano fluidi sulle spalle e il collo nudi e le labbra evidenziate da un leggerissimo rossetto rosa, non sarebbe riuscito a trattenersi, l'avrebbe stretta a se e l'avrebbe fatta sua li in quel preciso istante. Ma non era quello il caso, poteva sentire la rabbia scalciare dentro di lui e i muscoli del braccio tendersi preparandosi all'azione.
Mentre si avvicinava a lei poteva leggere nei suoi occhi il timore per la punizione imminente, lei rimase immobile ad attenderlo, i fianchi appoggiati alla sul piano del lavello. Quando arrivò a pochi centimetri da lei sentì i loro respiri farsi più frequenti e nei suoi occhi vide l'eccitazione che lentamente montava.

La girò bruscamente senza una parola, istintivamente afferrò il bordo del lavello e il petto le si svuotò con un forte sospiro, il braccio sinistro di lui le avvolse il fianco e la trattenne saldamente. Rimase immobile in attesa che lui le trasmettesse i suoi ordini, tuttavia non ne arrivò alcuno, s'irrigidì e sobbalzò quando sentì il vestito sollevarsi. Trattenne il respiro e quasi pote vedere le rosse mutandine scendere verso il basso. Erano quelle rosse racchiuse da un bordo bianco e grigio, quelle che ogni tanto metteva per dormire e che a lui piacevano molto. Staccò leggermente i fianchi dal bordo e li spinse verso l'alto, agevolando la caduta di quell'ultima protezione. L'aria condizionata sulla pelle nuda e provocò un brivido, chiuse gli occhi e si morse leggermente il labbro in attesa del primo colpo.
Le pareti del bagno amplificarono il suono delle loro pelli che si scontravano, si sbilanciò leggermente e senti il braccio di lui che la sosteneva. Spinse i fianchi verso di lui invitandolo a colpire ancora mentre le sue labbra si schiudevano leggermente. Danzarono così per molto tempo, i colpi di lui la spingevano contro il suo stesso braccio per poi alleggerire la presa quando lei spingeva verso l'alto i fianchi. Ad ogni colpo i loro corpi si facevano sempre più vicini.

Dopo alcune decine di colpi erano quasi abbracciati, la guancia di lei ormai quasi appoggiata alla sua spalla poteva sentire il suo profumo nelle narici e i suoi gemiti strozzati nelle orecchie. Guardo verso il basso, lei continuava a sporgere all'infuori i fianchi nonostante ormai le sue natiche avessero raggiunto una sfumatura tra il rosa e il rosso acceso. L'eccitazione aveva ormai preso il posto della rabbia e la sentiva crescere sempre di più. Si morse leggermente la parte interna della bocca e cercò di rafforzare i colpi, non voleva cedere.

Sentì una variazione nella forza dei colpi e il ritmo del suo respiro farsi più serrato, un intenso bruciore le avvolgeva i fianchi mescolandosi con altre sensazioni provenienti dalle profondità del corpo. Ruotò leggermente i fianchi e percepì l'eccitazione di lui, due rapidi colpì l'avvertirono di non continuare quel gioco. Strinse il bordo del lavello e continuò a ruotare i fianchi, mentre i colpi cadevano frequenti e scomposti, Piegò leggermente la schiena in avanti e mosse leggermente le gambe sentì una zip scendere e capì che la punizione era finita.

Rientrano in sala si domandò se qualcuno avesse udito qualcosa di quello che era successo. Quando arrivò al tavolo vide che la sua sedia era stata infilata sotto il tavolo, quando lui la scostò per aiutarla a sedersi vide che su di essa era stato posato un leggerissimo cuscino. Alzò gli occhi ed incrociò quelli della cameriera, proprio mentre le depositava davanti una calda pizza fumante, si scambiarono uno sguardo d'intesa e quando pagarono il conto trovarono un numero di telefono scarabocchiato sul retro.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Teoria del Riccio - Parte 3

F&G - Non dovevate studiare ?

La Teoria del Riccio - Parte 1