Post

Visualizzazione dei post da 2017

La mattina di Natale

La mattina di Natale si svegliò molto presto, era il loro primo Natale insieme e non vedeva l'ora di aprire i regali con lui, ve n'erano una decina sotto il grande albero e molti erano fasciati in un'invitante carta rosa che preannunciava qualcosa di molto bello. Il giorno prima era rimasta ore ad osservarli inginocchiata di fronte all'albero e aveva dovuto usare tutto il suo autocontrollo per non farsi scoprire tra carta stracciata e nastri sciolti, non gli era infatti difficile immaginare come sarebbe finita. Ora finalmente era arrivata la mattina di Natale e poteva scoprire cosa c'era senza rischiare di ritrovarsi con una serie di strisce rosso porpora sul suo morbido fondoschiena. Lui però non sembrava intenzionato a svegliarsi e a nulla erano serviti i suoi colpi di tosse e i suoi movimenti, doveva assolutamente trovare il modo di svegliarlo senza incorrere in punizioni, una sculacciata non era il modo in cui voleva iniziare la giornata. Nella penombra pote

Sogno di una notte d'inverno

Un singolo raggio di luna attraversò la stanza, lui lo seguì con lo sguardo sino ad incrociare il corpo di lei che lentamente emergeva dall’ombra mentre gli ultimi brandelli di sonno volavano via nella notte. Quando arrivò al centro della piccola pozza di luce si fermò permettendogli d’osservare per intero il suo corpo nudo: Il freddo l’aveva ricoperto di un sottilissimo velo di pelle d’oca che catturava le carezze della luna e rendeva argentea la sua pelle già naturalmente perlacea. Con lo sguardo carico di desiderio osservò i capelli scuri cadere morbidi sulle spalle e i piccoli seni ergersi spavaldi contro la notte. Sentiva il cuore battere furiosamente nel petto e il desiderio disegnare calde spirali su tutto il corpo mentre i muscoli si risvegliavano e tendevano preparandosi ad accoglierla tra le sue braccia. Fece un profondo respiro e con un gesto brusco liberò il letto da lenzuolo e piumone, mentre tendeva il braccio verso di lei invitandola a raggiungerlo, senza una parola

l'appartamento

Attraverso il portone di quella casa con un misto di soggezione e curiosità, sapeva dell’esistenza di quel posto, ma quella era la prima volta che vi entrava. Attorno a Lui alcune delle facce che aveva incontrato in precedenza e altre sconosciute, mentre la padrona di casa l’accoglieva con un sorriso e l’aria si riempiva di saluti e “benvenuto”. Le scarpe degli altri ospiti ammucchiate all’entrata e i loro modi rilassati quanto le posture gli comunicarono subito un senso di familiarità e accoglienza che iniziò immediatamente a demolire la sua cronica timidezza. Pochi minuti e anche lui iniziò a rilassarsi mentre attorno a lui il discorso seguiva un flusso quasi casuale che andava dalla fisica al bdsm, dall’informatica agli usi alternativi delle salse giapponesi. Lasciò quindi che lo sguardo vagasse attraverso quell’ambiente molto particolare in cui l’arredamento elegante era inframezzato da oggetti e libri molto particolari: la bibliografia di De Sade troneggiava sulla libreria tra l

F&G - Tramonti tra i continenti

In lontananza la sagoma di un solitario barchino da pesca si stagliava contro il sole morente. Con un lungo sospiro rilassato Francesca si strinse ancora di più a Giulia godendosi il tramonto di fuoco che colorava il mare di infinite sfumature arancioni, mentre dietro di loro la “Porta d’Europa” sorvegliava quel particolare confine marino carico di sogni e speranze. “Giuli voglio rimanere qui per sempre, ti prego non andiamocene più” Giulia sorrise a quelle parole e la strinse ancor di più a se, pochi giorni prima avevano deciso di salutare l’estate con quel weekend al centro del Mediterraneo e il giorno dopo sarebbero tornate a Palermo lei a lavorare e Francesca a terminare gli studi. Le aspettava un inverno particolarmente impegnativo e non sapeva quando avrebbero avuto la possibilità di un nuovo weekend tutto per loro. Improvviso il vento soffiò un po’ più forte portando sulla cima della scogliera il profumo della ginestra e il solitario grido di un falco. Sentì il cuore accele

Non luoghi - Conclusione

I corvi volavano sulla città ancora addormentata annunciando l’arrivo della prima nebbia della stagione. Avvolto in un cappotto un uomo accompagnava sbuffando un cane che, incurante del freddo e dell’aria densa d’umidità, inseguiva festoso le foglie portate dal vento riempiendo il parco di gioiosi latrati. Erano due anni che le sue finestre davano sul parco e sulla vicina area cani, ormai si era quasi abituato a quell’abbaiare costante accompagnato spesso da imprecazioni tra l’arabo, l’italiano e il dialetto milanese. Quel giorno però c’era qualcosa di diverso, già ai primi rumori aprì gli occhi domandandosi, nel buio, che cosa fosse. La prima cosa che sentì fu il suo profumo, scivolò languido sino ai polmoni dando un nome ed un volto al peso sul suo petto. I ricordi della notte appena trascorsa spiegarono i loro corpi nudi e il sapore di lei ancora intrappolato sul fondo della gola. Sentì il suo corpo reagire quasi in automatico e le sue mani trovare le sue spalle nel buio, e

Non luoghi - Parte 1

Esistono sulla terra dei “non luoghi”, zone di passaggio dove le vite s’incrociano in un continuo viavai di zaini valige e emozioni. La tristezza di un addio si mescola all’eccitazione di una partenza e su tutto domina l’attesa di chi, con il cuore in gola e un’ombra di timore, attende di vedere la persona attesa delinearsi all’orizzonte. Su quel fiume di vite e destini troneggiavano i giganteschi tabelloni degli orari, con le loro luci regolavano quel caos solo apparente e scandivano i secondi di quel non luogo. 20:40, Marcò osservò il tabellone con sentimenti contrastanti: sapeva che sarebbe arrivata, ma una parte di lui proprio non riusciva a stare tranquilla, nella sua testa si visualizzava l’immagine di lui che tornava a casa da solo, gli occhi bassi e il cuore colmo di delusione. Finalmente incrociò con lo sguardo il “la borsa da nuoto rosa” che gli era stata indicata come punto di riferimento, il sorriso gli si allargò lentamente sul volto mentre seguiva la curva della spall

Black Dog - Parte 2

Adorava il particolare profumo che rilasciavano le vecchie librerie, le davano la sensazione d’essere in un'altra dimensione dove regnavano carta, inchiostro e legno. Gli uffici dei professori erano ospitati in un vecchio palazzo dell’ottocento e i muri erano completamente coperti da enormi librerie in legno scuro. Il profumo e la calda luce dorata però non bastavano a distrarla. Con le dita tormentava le pieghe della gonna in attesa che la porta di fronte a lei si aprisse e il professore le comunicasse il suo destino. Se l’avesse espulsa dal corso avrebbe dovuto attendere l’esame di settembre, condannandosi a un’estate di poco mare e decisamente troppo studio. Era fortemente tentata di ascoltare la musica nel frattempo, ma qualcosa le diceva che farsi trovare con addosso le cuffie non sarebbe stata una buona idea. Finalmente, con un leggero cigolio la porta si aprì lasciando uscire una sorridente studentessa dai capelli rossi che la salutò velocemente prima di sparire tra le li

Black Dog

Odiava la filosofia e odiava ancora di più se stessa per aver inserito nel piano di studi quell’esame, il bel fisico del giovane professore non erano più una giustificazione accettabile. Proprio non riusciva a resistere per più di 20 minuti senza che il suo cervello iniziasse a vagare e quel giorno era particolarmente stanca, la sera prima aveva suonato sino a tardi con i suoi amici ed ora la testa faceva fatica a rimanere dritta. Per la centesima volta guardò l'ora, erano passati soltanto 25 minuti dall'inizio della lezione, ne aveva di fronte ancora 75, non avrebbe resistito sveglia. Essendo a frequenza obbligatoria non poteva però alzare i tacchi, in cerca di un’idea iniziò a guardarsi intorno, poi vide la maglietta degli AC/DC di un suo compagno e un sorriso le illumino il volto. Sciolse i capelli, lasciando che le cadessero sulle spalle, allungò la mano verso le cuffiette che teneva nello zaino e le indossò. Lentamente lasciò quindi scivolare il cavetto nella scollatur

Lui e Lei - Un pomeriggio fuori casa

Godendo l’una del tempore dell’altro, attraversavano sorridenti quella particolare stagione in cui l'aria non era così fredda da giustificare un cappotto, ma lo era abbastanza da rendere piacevole il passeggiare abbracciati. Attorno a lori I primi scampoli d'autunno decoravano gli alberi di piccole gemme ambrate, mentre sotto di loro bambini e amanti si godevano le ultime giornate prima del lungo inverno. Con il volto appoggiato alla spalla di lui si lasciava condurre lungo i sentieri del parco senza curarsi della direzione, il profumo di lui si mescolava a quello degli alberi e delle terra umida, provocandole un piacevole calore sul fondo dello stomaco. Nella sua testa si trovò quindi ad immaginare come poteva essere se fossero stati soli, liberi di stendersi sotto una delle tante quercie e abbandonarsi a se stessi.Presa nei suoi pensieri non si accorse del piccolo gradino di fronte a lei. Fu questione di un istante un attimo prima camminavano l’uno accanto all’altra, un att

F&G - Che bell'inganno sei anima mia

Mille anni al mondo mille ancora, che bell'inganno sei anima mia, I versi di Faber lentamente la guidarono verso la coscienza, lasciando che il sonno scivolasse via un verso alla volta. e che bello il mio tempo che bella compagnia , sono giorni di finestre adornate, Mentre un sorriso le decorava il volto, nella sua testa si formavano le parole e il suo respiro si sincronizzava con quello dell'anarchico poeta. canti di stagione, anime salve in terra e in mare, Lentamente stiracchiò le gambe e le braccia, lasciando che l'aria fresca del mattino le riempisse i polmoni, uscendone poi sotto forma di versi sussurrati. sono state giornate furibonde, senza atti d'amore, Seguendone il filo ricordò il weekend appena concluso, fatto di parenti, pranzi e fotografie. Bambini curiosi e desideri sussurrati o solo immaginati. Il matrimonio di sua sorella era stato bello, ma lei e Francesca non avevano avuto un solo istante da sole. senza calma di vento, solo passag

F&G - Sole e sale

Il caldo sole d'agosto s'immerse nelle profonde acque del Mar Egeo, accendendo il cielo d'infinite sfumature rosse e la sua pelle di piccole scaglie di luce. Il caldo vento d'Africa le accarezzava i seni e il collo portando con se il profumo del mare e della sua Giulia. Appoggiata sui gomiti la osservava nuotare alla luce del tramonto, i muscoli tesi per lo sforzo e l'acqua che ne evidenziava le forme morbide. Si morse il labbro trattenendosi, ma lei le aveva ordinato di non disturbarla mentre si allenava, non aveva quindi il permesso d'entrare in acqua con lei. Si Guardò intorno pensierosa, la barca a vela di suo padre era l'unica in quella piccola caletta, non c'era assolutamente nessuno a disturbarle e lei non aveva voglia di passare altro tempo da sola. Un leggero sorriso le si dipinse sul volto mentre il tessuto le scivolava via dal corpo con un leggero fruscio, chiuse quindi gli occhi lasciando che il sole l'accarezzasse i capezzoli risveglian

Lui e Lei - Reti di seta e gabbie di juta

Una goccia di sudore gli ofuscò per un attimo la vista richiamandolo brutalmente alla calda realtà. Da diversi giorni Milano era avvolta da un'opprimente cappa calda che mozzava il respiro e incollava i vestiti alla pelle. Le ferie erano ancora lontane e un buon romanzo non bastava a distogliere l'attenzione dalle roventi temperature cittadine, ma lei doveva ancora dare un esame e non vi erano altre alternative. Sdraiato sul divano poteva sentire chiaramente i lievi rumori che venivano dall'altra stanza, il caldo costringeva entrambi ad un abbigliamento ridotto al minimo e se fossero stati nella stessa stanza lei avrebbe studiato ben poco. Il rumore di una pioggia di vetri infranti lo riscossse dal lento torpore in cui era scivolato, lasciò scivolare a terra il libro che stava leggendo e in quattro rapide falcate fu sulla porta della loro stanza da letto. Lei lo stava aspettando al centro di essa,un sottile filo di seta nera le si arrampicava lungo le gambe avvolgendole in