F&G - Al Mare

Il gabbiano planò lentamente verso le onde quasi fosse senza peso, lo seguì con lo sguardo sino a vederlo sparire dietro una delle innumerevoli piccole onde blu scuro che punteggiavano l'enorme distesa blu che aveva di fronte agli occhi. Rimase a fissare il punto in cui era scomparso trattenendo inconsapevolmente il fiato sino a che non lo vide riemergere strigendo le becco la sua preda lucente.
Sospirò e si girò verso Giulia, era seduta accanto a lei sulla spiaggia, il volto rivolto verso il mare e lo sguardo perso di chi si è lasciato catturare dalla magia del mare e dal suo tacito invito a partire per porti lontani.

Un loro conoscente gli aveva parlato di quella piccola spiaggia isolata un tempo utilizzata come luogo di approdo da pirati e contrabbandieri ed ora segreto luogo di ritrovo delle intrepide coppie che avevano il coraggio e le forze d'intraprendere una camminata di quasi un ora lungo un piccolo sentiero a picco sul Mar Ligure. Si erano svegliate molto presto quella mattina e dopo aver lasciato la macchina a Corniglia si erano quindi incamminate lungo lo stretto sentiero lasciandosi incantare dal paesaggio attorno a loro: le rocce si tuffavano in un mare i cui colori variavano dal blu profondo al verde smeraldo, mentre ondulati terrazzamenti ne seguivano gli aspri contorni intagliati a viva forza per secoli dalle grosse mani degli ostinati contadini che, con la tipica cocciutaggine che li ha resi famosi continuavano a coltivare la vite aggrappandosi con tutte le loro forze alla nuda roccia.

Francesca era rimasta delusa, dopo la camminata non desiderava altro che passare una giornata al mare con Giulia, purtroppo però dopo pochi minuti che erano arrivati il cielo si era rapidamente annuvolato. Speranzose avevano comunque deposto gli zaini e steso gli asciugamani, grazie al brutto tempo e all'isolamento la piccola spiaggietta era solo per loro due e non vi era traccia di anima viva.

Guardò l'orologio sbuffando, erano li sedute da almeno un ora, in quasi totale silenzio, e Francesca non sembrava minimamente interessata a fare qualcosa che non fosse starsene seduta sull'asciugamano, si annoiava e essendo entrambe in jeans e maglietta a causa dell'umida brezza di mare, non poteva neppure prendere il sole. Le venne un idea.

La vide alzarsi e andare lentamente sul bagnasciuga, fermandosi sul bordo dell'acqua, il sole metteva in risalto le sue forme e il vento le scompigliava i capelli, non pote trattenere un brivido. Diede un occhiata intorno a loro per assicurasi che fossero completamente sole mentre un sorriso affiorava sul suo volto quando ebbe conferma che lo erano. Velocemente si alzò e raggiunse Francesca.

Un lampo sbarazzino le attraversò gli occhi quando Giulia le si affiancò sul bordo del mare. Davanti a loro il blu infinito, dietro di loro una piccola spiaggia. Incrociò per un istante i suoi occhi e le sorrise, mentre con la mano sinistra le stringeva la destra chiudendosi sul cellulare nuovo di zecca.

Le sorrise e trovò fosse bellissima, il sole le accendeva i capelli di un biondo dorato e l'abbronzatura metteva in risalto il viso delicato. Lentamente si volse verso il mare, rabbrividendo quando sentì le sue dita sfiorarle la mano, con la coda dell'occhio scorse un movimento e chiuse gli occhi aspettando il suo abbraccio.

Spalancò la bocca in un muto grido di sorpresa quando sentì una forte spinta dietro la schiena e il corpo sbilanciarsi in avanti istintivamente spinse di fronte a se entrambe le braccia ed il piede destro alla ricerca di un possibile sostegno. Capì che non era stata una buona idea quando il piede scivolò sui minuscoli sassolini che caratterizzavano le spiagge di quella zona della Liguria e in un attimo si trovò circondata dall'acqua. Particolarmente profonda in quella zona quando si rialzò si rese conto di essere a circa tre metri da Francesca, che la fissava sorridente mentre le scattava una foto con il suo telefono, e di avere l'acqua a metà coscia. Con un urlo di rabbia corse verso di lei decisa a vendicarsi.

Capì dalla sua faccia che aveva fatto una cavolata, rapidamente le voltò le spalle alla ricerca di una via di fuga, ma a meno di farsi spuntare le ali non vi erano molti posti in cui rifugiarsi. Giulia era molto più veloce di lei ed in breve le fu addosso, scartò verso destra e ruotando i fianchi riuscì a sfuggirle puntò verso l'acqua pensando di buttarsi, ma qualcosa le bloccò un piede la spiaggia le corse verso il viso mentre un imprecazione le fuoriusciva dalle labbra.

La vide caderle praticamente davanti finendo distesa sulla spiaggia a pancia sotto, nella foga era inciampata nel suo stesso zaino ed ora praticamente già pronta per la sua punizione. Rapidamente le si sedette accanto incrociando le gambe e poggiandole una mano sulla schiena.

Spuntando i sassolini che le erano finiti in bocca capì che la sua fuga era finita, per fortuna Giulia non aveva con se strumenti particolari quindi la punizione non poteva essere troppo dura, inoltre l'idea di essere punita in quel luogo le provocava un brivido.

"Scusami, ma tu non mi davi retta ed io mi annoiavo"

Sentì la mano di lei spostarsi dalla schiena e lentamente si alzò da terra. Le si posizionò quindi esattamente di fronte, i suoi fianchi quasi all'altezza del volto e gli occhi bassi. Lei alzò gli occhi per incrociare i suoi e le sorrise gentile mentre le sue le sbottonavano gli shorts e li facevano lentamente verso il basso. Sentì la brezza marina accarezzarle la pelle nuda ed insinuarsi tra i corti peli biondo oro. Si domandò incosciamente come sarebbe stato togliere anche la maglietta e stendersi così sui piccoli sassolini lasciando che il sole accarezzasse e riscaldasse i loro corpi.
Era ancora assorta in quei pensieri quando lei l'attirò a se.

Docilmente si sistemò sulle sue ginocchia, mentre lei distendeva le gambe alla ricerca di una posizione più comoda. In quella posizione il suo fondoschiena era posizionato molto in alto e avrebbe potuto sculacciarla con forza e a lungo. Si concesse quindi del tempo per accarezzarla mentre individuava la posizione migliore per occuparsi di lei.
Alla fine la trovò ed iniziò quindi una lunga e metodica sculacciata, colpendo con forza e assicurandosi di non sfiorare nessuna delle sue aree sensibili.

Dalla posizione in cui si trovava poteva appoggiare comodamente la testa sulle braccia senza preoccuparsi di rimanere in equilibrio. Era la prima volta che veniva sculacciata all'aperto e l'aria ed il sole le procuravano sensazioni nuove rendendo la pelle molto più sensibili ai colpi di Giulia e amplificandone l'effetto. Sentiva i colpi cadere implacabili e dopo poco non pote trattenersi dall'iniziare a muoversi cercando di sfuggirgli, conosceva bene quel ritmo e sapeva per esperienza che Giulia sarebbe potuta andare avanti a lungo.

Da quella posizione poteva vedere molto bene il culetto di Francesca prendere colore sotto i suoi colpi, mentre dentro di lei sentiva crescere l'eccitazione. La sentiva muoversi contro le sue gambe cercando di evitare i colpi, prontamente quindi le posizionò meglio la mano sulle scapole pronta ad afferrarla nel caso avesse tentato la fuga. Nel mentre iniziò a guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa da utilizzare per completare la punizione, per fortuna di Francesca tuttavia non aveva portato la spazzola ed entrambe avevano indossato degli scarponcini, molto pratici per camminare ma poco adatti a sculacciare. Nessuna delle due indossava una cintura e in vista non vi era molto da utilizzare.

Il bruciore era diventato ormai molto forte, poteva quasi vedere il suo stesso culetto raggiungere una sfumatura porpora. Francesca la teneva ferma con fermezza e i suoi occhi si riempirono di lacrime ed iniziò ad implorare.

Quando lei iniziò a piangere iniziò a contare i colpi diminuendone gradualmente l'intensità. Quando arrivò a cinquanta smise di sculacciarla, fece scorrere lentamente un singolo dito su quella invitante superficie rosso porpora osservandola diventare leggermente più chiara al suo passaggio per poi tornare velocemente al colore iniziale. La poteva sentire tendersi al passaggio di quell'unico dito e fremere quando sfiorava un punto più sensibile di un altro. il muscolo era attraversato da sottilissime linee più scure, li dove aveva colpito leggermente più forte o con un angolatura particolare. Unite al segno dell'abbronzatura, ormai quasi del tutto nascosto dal colore dominante, formavano un intricato disegno. Continuò per diverso tempo a seguire quelle linee, sino a che non la sentì smettere di singhiozzare e rilassarsi sotto di lei. Solo a quel punto si infilò il dito indice tra le labbra.

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