Lui e Lei - Biscotti

Era annoiata, il libro che avrebbe dovuto leggere per l'esame non era assolutamente interessante, anzi sembrava scritto con il preciso intendo di far addormentare il lettore. Cercando di non farsi vedere alzò gli occhi verso l'orologio da parete, erano ancora le 16:22 mancavano diverse ore alla cena e lui era stato categorico: Avrebbe dovuto studiare e lasciarlo in pace sino alle 19:30, per il lunedì successivo avrebbe dovuto presentare il nuovo piano di lavoro e non aveva ancora completato le ultime due settimane. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era una studentessa svogliata di cui prendersi cura.
Velocemente diede un occhiata al suo lui, era concentrato sul suo computer e le dava le spalle, da quello che riusciva a vedere dal divano in cui si era accoccolata sullo schermo: vi erano diversi grafici, probabilmente non si sarebbe accorto di lei nemmeno se le si fosse seduta in braccio completamente nuda. Per un istante prese in considerazione l'idea, non sarebbe stato difficile, visto il caldo indossava solamente una canottiera e mutandine.

Lentamente appoggiò un piede a terra, lo sguardo fisso su di lui come se si aspettasse un attacco da un momento all'altro, non si mosse. Spostò leggermente il peso e cominciò a strusciare il piede che ancora era appollaiato sul divano, alzò il libro e cambiò nuovamente posizione lui era ancora concentrato. Lentamente lo chiuse, le pagine sbatterono su di loro con un rumore che le sembrò fortissimo, ma lui non si mosse. Si alzò, il fisico atletico teso nello sforzo di non fare il minimo rumore, se fosse stata veloce avrebbe potuto raggiungere la cucina in pochi rapidi passi, sentiva il cuore batterle nel petto sempre più forte e trattenendo il respiro fece il primo passo.

Capì di avercela fatta solo quando aprì la credenza e si trovò di fronte a ciò che cercava, i suoi biscotti al cioccolato preferiti erano li che le facevano venire l'acquolina in bocca. Aveva due alternative, mangiarne un paio velocemente e poi tornare al divano facendo finta d'essere andata al bagno, oppure rimanere li e farne una scorpacciata. Uno, due, cinque, dopo perse il conto, i biscotti erano troppo buoni e non riusciva proprio a fermarsi.

"Ora basta con il cioccolato, ti fa male e devi tornare a studiare"

Alzò gli occhi e lo vide incombere sopra di lei, il volto contratto nell'espressione di rabbia che ben conosceva. Istintivamente sentì un brivido percorrerle la schiena e alcuni muscoli molto particolari contrarsi impauriti, rimase per un istante in silenzio a guardarlo, la mano destra ferma a mezz'aria con ancora stretto un biscotto. Sorrise sbarazzina e gli fece la linguaccia prima di mettersi in bocca il biscotto.

Successe tutto in un attimo, si sentì sollevare e poco dopo senti il legno del tavolo da cucina appoggiarsi al suo seno e al suo stomaco, la schiena inclinata verso l'alto offriva il suo fondoschiena alla punizione che a breve sapeva sarebbe arrivata mentre la mano sinistra di lui la inchiodava inesorabilmente al tavolo. Tentò istintivamente di divincolarsi, ma un improvviso dolore accompagnato da un colpo secco le ricordò come mai la cucina non fosse il posto giusto per farsi beccare. Nella sua mente si materializzarono inesorabili le immagini delle spatole e dei cucchiai di legno che erano ordinatamente appesi sopra i fornelli, seguite in rapida successione dalle immagini del mestolo e dei diversi taglieri che trovavano posto nei cassetti.

Al primo colpo non seguirono subito gli altri, le concesse alcuni instanti per accettare ubbidiente la punizione. Con un sospiro smise di muoversi e appoggiò la guancia sulla superficie del tavolo, dal riflesso sulla finestra poteva scorgerlo dietro di lei, il cucchiaio già sollevato in attesa del prossimo movimento di protesta.

"Sto ferma, scusami, ti prego non usarlo di nuovo"

chiuse gli occhi e attese l'esito della supplica, non trattenendo un brivido quando senti la sua mano destra appoggiarsi sul bordo delle mutandine. Le sentì scendere lentamente, un centimetro dopo l'altro. Una leggera brezza solleticava la bianca pelle man mano che veniva esposta. Poteva quasi vedere il pulsante segno rosso che ricordava dove il cucchiaio aveva colpito.

Non trattenne un lieve sospiro di sollievo quando senti la mano di lui colpirle con forza la natica destra, il cucchiaio per fortuna era tornato al suo posto originale. Il sollievo durò poco, nonostante avesse deciso di utilizzare solamente la mano i colpi cadevano con forza colpendo alternativamente una o l'altra natica, come a voler arrossare in maniera uniforme il culetto della sua golosa monella.
Dopo diversi colpi perse il conto, e le lacrime cominciarono a fare capolino.
Era una sculacciata puramente disciplinare, la colpiva con la durezza che solitamente era riservata a un numero molto limitato di colpi. Le dita tese ben attente a non colpirla nei suoi punti più intimi, così da evitare ogni accidentale sensazione diversa. Le fitte dolorose le scorrevano lungo la colonna e sembravano arrivarle al cervello, ricordandole che forse non avrebbe dovuto cedere alla gola.

Nonostante la rabbia cercava comunque di contenere la forza dei colpi, prestando particolare attenzione a diversificare i punti in cui colpiva. Questa volta proprio non riusciva a trovare il lato erotico di tutto ciò, aveva ancora diverse ore di lavoro davanti e lei tra due giorni avrebbe avuto un importante esame non era proprio il momento per monellerie. Quando vide le prime tracce di viola capì che la punizione poteva concludersi, lei singhiozzava già da tempo, ma conosceva la sua monella e sapeva che spesso i singhiozzi e i pianti venivano usati per ridurre al minimo la durata della punizione. Con un grosso sospiro cessò di colpire e la lasciò libera di alzarsi, la mano destra pulsava feroce, surrogato di quello che doveva essere la sensazione che lei provava in altre parti del corpo.

Quando lui tolse la mano dalla sua schiena lei capì che la punizione si era conclusa, tirò su col naso e cercò istintivamente di asciugarsi il viso prima di alzarsi dal tavolo. Sentì una mano accarezzarle una guancia aggiustando una ciocca di capelli, poi le stesse braccia che l'avevano punita la sollevarono nuovamente e la strinsero in un caldo abbraccio. Appoggiò la testa sul petto di lui e sentì un bacio appoggiarsi sulla sua nuca.

Il forte bruciore che sentiva l'avrebbe tenuta per un po' lontano dal cioccolato.

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