Non luoghi - Parte 1

Esistono sulla terra dei “non luoghi”, zone di passaggio dove le vite s’incrociano in un continuo viavai di zaini valige e emozioni. La tristezza di un addio si mescola all’eccitazione di una partenza e su tutto domina l’attesa di chi, con il cuore in gola e un’ombra di timore, attende di vedere la persona attesa delinearsi all’orizzonte. Su quel fiume di vite e destini troneggiavano i giganteschi tabelloni degli orari, con le loro luci regolavano quel caos solo apparente e scandivano i secondi di quel non luogo.

20:40, Marcò osservò il tabellone con sentimenti contrastanti: sapeva che sarebbe arrivata, ma una parte di lui proprio non riusciva a stare tranquilla, nella sua testa si visualizzava l’immagine di lui che tornava a casa da solo, gli occhi bassi e il cuore colmo di delusione.

Finalmente incrociò con lo sguardo il “la borsa da nuoto rosa” che gli era stata indicata come punto di riferimento, il sorriso gli si allargò lentamente sul volto mentre seguiva la curva della spalla e del collo sino ad incrociare i suoi occhi. Quattro rapidi passi e i rispettivi occhiali si scontrarono con un tintinnio e il mondo esterno scomparve mentre iniziavano a perdersi l’uno nell’altra.

Sentì i muscoli che le si rilassavano, mentre lui, un bacio alla volta, rimuoveva la maschera che era solita indossare per attraversare incolume l’esistenza. In seguito ricordò a tratti il breve viaggio in metropolitana, con la testa appoggiata sulla sua spalla assaporava il suo profumo senza curarsi di quello che accadeva attorno a loro.

Appena arrivati a casa non riuscì più a trattenersi, con gli occhi bassi si scusò per il suo abbigliamento, era uscita direttamente dal lavoro e proprio non aveva avuto il tempo d’infilarsi qualcosa che non fossero jeans e maglione. Lo vide avvicinarsi e con un’espressione molto seria e desiderò farsi piccola piccola, così da fuggire al tremendo imbarazzo che le aveva colorato il viso di rosso.
Quando fu a pochi millimetri da lei sentì la sua mano spingerle il volto verso l’alto sino ad incontrare i suoi occhi.

“Ti avevo dato il permesso, e poi sei molto carina”

“ma…”

La risposta fu troncata dalla mano di lui che scivolava tra i jeans e le natiche, stringendole leggermente.

“E poi i pantaloni larghi hanno i suoi vantaggi”

Con un movimento brusco la tirò a se e la baciò, assaporando il suo sapore e il suo corpo che aderiva silenziosamente al suo. Fu con un notevole sforzo di volontà che si staccò da lei, l’orologio si avvicinava alla mezzanotte e la stanchezza della settimana iniziava a farsi sentire. La lasciò quindi nella stanza con l’ordine tassativo di mettere il pigiama.

Si sentì piccola piccola quando lo vide rientrare in camera, arrossendo strinse le braccia al seno e abbassò lo sguardo, sapeva che era solito dormire nudo e adorava addormentarsi con la testa sul suo petto. Ma il suo pigiama bianco e rosa le era improvvisamente sembrato assurdamente inadatto alla situazione. Cosa sarebbe successo se non gli fosse piaciuto?
Cercò di farsi ancora più piccola mentre lui la stringeva con dolcezza e posava un unico bacio sulla sua fronte, ubbidiente lo seguì quando l’accompagnò sotto le coperte e le si sdraiò accanto.

A pochi millimetri dal suo viso poteva perdersi nei suoi profondi occhi castani e godersi ogni millimetro di quel bellissimo viso arrossato dalla timidezza, dentro di lui desiderio e timidezza mescolarsi tra loro in un irresistibile cocktail. Non fu quindi difficile accontentarla, quando, con un sussurro gli chiese di spegnere la luce per dare un po’ di sollievo alla sua timidezza.

La luna quella sera aveva deciso d’essere complice dei due amanti, avvolgendo la stanza di una lieve luce opalescente che faceva risplendere il corpo di lei e guidandolo sicuro verso le sue labbra.

Furono le sue labbra a risvegliarla il mattino dopo, mentre sogno e realtà confondevano i ricordi della sera prima. Fu solo dopo il caffè che due cose emersero nitidamente: le labbra di lui ovunque sul suo corpo ed una semplice frase:

“per tutto il weekend non voglio più rivedere le tue mutandine”

Prima che lui se ne ricordasse le lasciò scivolare sul pavimento, non lontano dal pigiama che vi giaceva già da qualche ora.

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