l'appartamento

Attraverso il portone di quella casa con un misto di soggezione e curiosità, sapeva dell’esistenza di quel posto, ma quella era la prima volta che vi entrava. Attorno a Lui alcune delle facce che aveva incontrato in precedenza e altre sconosciute, mentre la padrona di casa l’accoglieva con un sorriso e l’aria si riempiva di saluti e “benvenuto”. Le scarpe degli altri ospiti ammucchiate all’entrata e i loro modi rilassati quanto le posture gli comunicarono subito un senso di familiarità e accoglienza che iniziò immediatamente a demolire la sua cronica timidezza.

Pochi minuti e anche lui iniziò a rilassarsi mentre attorno a lui il discorso seguiva un flusso quasi casuale che andava dalla fisica al bdsm, dall’informatica agli usi alternativi delle salse giapponesi. Lasciò quindi che lo sguardo vagasse attraverso quell’ambiente molto particolare in cui l’arredamento elegante era inframezzato da oggetti e libri molto particolari: la bibliografia di De Sade troneggiava sulla libreria tra la Divina Commedia è un libro di stampe giapponesi sulla cui copertina un fiero soldato lottava contro le corde che gli avvolgevano il corpo. Su un piccolo tavolino centrale un paio di strani sexy toys erano in attesa di una volontaria che li recensisse mentre due furoshiki blu erano a disposizione di chi volesse utilizzare la struttura in legno e acciaio che occupava una delle pareti. Questi ed altri oggetti non sembravano però turbare in alcun modo gli ospiti che anzi erano a loro agio in un modo che lui non aveva mai visto prima.

Con la mente ripercorse le diverse compagnie che aveva incontrato nella sua vita, gruppi spesso eterogenei e in cui, già dopo alcune ore di frequentazione, erano emersi i classici attriti e detti-non detti che rendono faticoso lo stare insieme, mentre ognuno era così impegnato a indossare una maschera dal non riuscire a godersi il semplice stare insieme. Ma non sembrava essere così in quella casa in cui gli ospiti erano semplicemente se stessi e stavano insieme per il puro piacere di condividere l’altrui compagnia.

In quest’atmosfera non si stupì quando uno dei ragazzi iniziò a legare la compagna affascinandolo con movimenti e passaggi che ancora gli risultavano alieni. Bastarono pochi minuti per capire che lo facevano per puro piacere personale, mentre tra battute leggere e piccoli consigli alcuni degli ospiti suggerivano o incitavano a fare questa o quella legatura in uno strano mix tra erotismo e arte.

Sdraiato sul tappeto osservava le corde stringere e modellare il corpo della ragazza e il suo viso passare dal dolore all’estasi che già aveva notato attraversare il volto di altre bunny. Senza bisogno di chiedere la padrona di casa scattò alcune fotografie alla giovane coppia mentre altri ospiti si spostavano per non invadere l’inquadratura.

Tra una battuta e l’altra la serata proseguì con leggerezza, mentre un’altra coppia prendeva il posto della precedente e uno dei sexy toy aveva trovato una collaudatrice. Quella notte imparò diverse cose e ritornando a casa, mentre osservava la notte lasciare il posto all’aurora si rese conto stupito d’aver trovato molto piacevole quella strana compagnia.
Con un sorriso diede un ultimo sguardo alla maschera che era solito indossare in pubblico e capì che in quella casa al centro di Milano non ne avrebbe avuto bisogno. Finalmente aveva trovato una compagnia in cui essere se stesso.

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