Lui e Lei - Area C

Il campanello suonò proprio mentre stava ultimando il capitolo, con uno sbuffo andò quindi ad aprire chiedendosi chi cavolo lo stesse disturbando proprio oggi. Approfittando di un momento di calma piatta aveva quindi chiesto un giorno di ferie per dedicarsi interamente alla lettura e lasciar spento il pc per 24 ore di fila.
Infilando contro voglia una maglietta andò quindi alla porta pregando silenziosamente che non si trattasse di uno scocciatore.
Il postino gli sorrise con una strana espressione beffarda, trattenendo l'impulso di mandarlo a quel paese guardò l'oggetto che gli stava porgendo e capì: la piccola busta verde era inconfondibile e il simbolo del Comune di Milano dissipava i pochi dubbi restanti.
Bofonchiando un grazie quindi prese la busta e salutò educatamente il postino. Velocemente richiuse la porta e cominciò a ripercorrere velocemente i giorni precedenti per cercare di capire quando aveva fatto la cazzata che giustificava l'odiosa busta verde. Quando si sedette sul divano non aveva ancora capito e aprì quindi la busta con una furia crescente.

"Martedì 5 Luglio ore: 11:21
Accesso non consentito Area C"

Non trattenne un basso ringhio, a quell'ora non poteva di certo esser stato lui ad attraversare l'area C. Anzi a quell'ora nessuno in quella casa avrebbe dovuto attraversare l'area C.

Depose quindi la multa sul tavolo della cucina e collocò al suo fianco il cucchiaio di legno e la cintura nera di cuoio. Poi lentamente si sedette sul divano, prese il portatile, pagò la multa e ricominciò a leggere. Ogni tanto però il suo sguardo veniva attratto dall'orologio appeso al muro del soggiorno, mentre poteva sentire la sua furia aggirarsi inquieta dentro di lui.

Finalmente a casa, la lezione sembrava non finire mai, non vedeva l'ora di godersi il resto della giornata in compagnia del suo lui.
Entrando sentì un campanello d'allarme accendersi, in casa c'era una strana atmosfera. Lui stava leggendo sdraiato sul divano e non le rivolse che un cenno ed un gelido "ciao" quando entrò.

Si trattenne dal lasciar cadere la borsa nel corridoio, intuendo che poteva non essere la cosa giusta da fare, e rispondendo al saluto andò verso la cucina in cerca di qualcosa di fresco.

Sbiancò quando vide quello che era stato disposto sul tavolo, lentamente afferrò la busta nella speranza che si trattasse di un errore, ma data e ora non lasciavano dubbi. Si ricordava benissimo quella mattina, la sveglia non aveva suonato ed era arrivata tardissimo a lezione. Quello che però non si era resa conto era di aver tagliato in due l'Area C, ma la busta verde non lasciava dubbi.

Dopo aver posato la busta la sua attenzione fu nuovamente attratta dai due familiari strumenti posati accanto ad essa, entrambi utilizzati quando combinava qualcosa per il quale non fosse sufficiente la mano del suo "Lui". Sentì accendersi dentro di lei una familiare sensazione, mentre il suo fondoschiena si contraeva spaventato, non era la prima volta che la obbligava a scegliere lo strumento della punizione, era una cosa che lei odiava. In passato si era ovviamente opposta a quel sadico gioco, ma aveva imparato a sue spese che tale opposizione l'avrebbe solo indotto ad utilizzarli entrambi.

Con un sospiro iniziò quindi a sbottonarsi la camicetta.

Sdraiato sul divano aveva smesso di leggere quando aveva sentito la chiave girare nella toppa e ora stava aspettando che prendesse una decisione mentre le nocche sbiancavano stringendo forte la copertina del libro. Aveva deciso di concederle più o meno 30 minuti e poi sarebbe andato lui da lei.

Fu ubbidiente e dopo meno di venti se la trovò davanti, il respiro gli si mozzò in gola. Conoscendolo bene infatti si era completamente spogliata e guardano il pavimento gli offriva lo strumento che aveva scelto.
Alzandosi in piedi si concesse qualche istante per guardarla, le recenti vacanze le avevano lasciato un bel colorito caffè e il piccolo seno risaltava vivido all'intero di un intrigante triangolo chiaro. la linea del corpo era quindi interrotta da un secondo triangolo chiaro e convergeva sinuoso verso il centro completamente depilato accendendo in lui il desiderio d'insinuarle la lingua attraverso la piega appena visibile.

Lei sapeva l'effetto che tutto ciò faceva su di lui e cercando di non farsi scorgere sbirciò verso i leggeri pantaloncini di lui alla ricerca di una conferma che già cominciava a intravedersi, dentro di se sentì quindi crescere l'attesa per l'inizio imminente della punizione.

Non appena sentì le mani liberarsi dal peso del loro fardello, senza una parola, gli voltò le spalle e andò lentamente ad appoggiare i gomiti sulla spalliera del divano non trattenendo un leggere sorriso mentre poteva quasi sentire gli occhi di lui sul suo fondoschiena. Sapeva quanto lo faceva impazzire il leggero segno dell'abbronzatura che lo decorava. Chinò quindi il busto e, dopo aver allargato leggermente le gambe per trovare il giusto equilibrio, chiuse gli occhi in attesa.

Il familiare rumore del cuoio contro la pelle iniziò a diffondersi per la stanza.
Vide chiaramente il culetto di lei deformarsi e poi arrossare leggermente dopo il primo colpo, tirò quindi indietro il braccio e colpi ancora e ancora. Al terzo colpo dovette concedersi una piccola pausa per correggere la sua posizione. Mentre dentro di lui sentiva crescere l'eccitazione. Sapeva che doveva essere rapido, altre parti del suo corpo infatti chiedevano di entrare in gioco. Tuttavia la rabbia era ancora ben fresca nella sua mente ed era intenzionato a darle un colpo per ogni euro di multa.

Il quarto colpo fu molto più forte dei tre precedenti e le strappò un grido, i primi tre colpi l'avevano infatti le avevano fatto pensare di essere completamente riuscita nel suo intento. I colpi successivi iniziarono quindi a cadere rapidi, quasi non dandogli tempo di respirare tra l'uno e l'altro, mentre lingue di dolore le avvolgevano il busto e le gambe.
Sotto i colpi il suo corpo si era proteso sempre più verso il divano ed ora poteva sentire i seni strusciare sulla superficie ruvida della spalliera mentre i capezzoli le si indurivano dando il loro contributo al caos di sensi che la stordiva.

I colpi cessarono improvvisamente, sentì le mani di lui avvolgerle i fianchi e il suo respiro molto vicino all'orecchio, le sfuggì un gemito e involontariamente protese i fianchi in avanti.

"Non così in fretta piccola peste, ti aspetta un colpo per ogni euro di multa, inoltre ci sarebbe da considerare il ritardo nell'entrare all'università"

Un secondo gemito, questa volta di protesta, accompagnò le sue parole. Voltò quindi la testa cercando il suo sguardo. Affondò quindi nei suoi profondi occhi scuri accesi di desiderio.

"Ma...come fai a sapere del ritardo, non c'è scritto nella multa"

Il tono della frase e l'espressione da monella che aveva assunto avrebbero fatto sciogliere il cuore, e i pantaloni, di chiunque. Dovette quindi compilare sino all'89 a mente la sequenza di Fibonacci per non lasciar cadere la cinta e prenderla sul momento.

"Piccola conosco i tuoi orari e a quell'ora dovevi già essere in aula da almeno 20 ora su riprendi la posizione corretta".

Dolcemente l'aiutò quindi a riprendere la posizione corretta e, dopo averle posato un leggero bacio li dove la schiena completa la sua ultima curva, tornò dietro di lei.

Già al primo colpo della nuova serie leggeri gemiti di dolore le scivolarono tra le labbra, mentre con il corpo iniziava a muoversi sincronizzando i suoi movimenti con quelli di lui. Iniziarono quindi una rapida danza, quando lui portava indietro il braccio lei sporgeva in avanti i fianchi per poi lasciare che il colpo le spingesse il seno e il busto contro lo schienale del divano.
Il bruciore si faceva sempre più intenso, i colpi cadevano ancora e ancora e dopo poco iniziò a sentire una lacrima attraversarle il viso. Con orrore si rese conto che una multa per aver bucato l'area c arrivava oltre gli 80 euro e iniziò ad attendere il rumore della zip che alle volte annunciava il passaggio ad altri tipi di punizione.

Quando cadde il colpo numero 30 emise un leggero sospiro di sollievo, la sua eccitazione era ormai giunta al culmine, la vista del culetto di lei ormai quasi completamente rosso attraversato dall'ormai lievissimo segno del costume era una vera tortura per gli occhi e non solo. Accostò quindi la cinghia al corpo e in un unico movimento si liberò di lei e dei pochi indumenti che indossava...

Sentì la mano di lui posarsi sulla sua schiena, trattenne il respiro domandandosi se stesse per arrivare un nuovo colpo, il tipico rumore della zip non era infatti ancora giunto.
Sobbalzò quando lo sentì avvicinarsi a lei e istintivamente allontanò i fianchi da lui. Sentì quindi la sua mano stringersi attorno al fianco e le unghie affondarle nella carne, sapeva di aver commesso un errore e s'immobilizzò aspettando una reazione.

Due rapidi colpi si abbatterono rapaci sul suo culetto già dolorante

"Piccola conosci le regole, preferisci che prenda il cucchiaio"

Non rispose, non ce ne sarebbe stato comunque bisogno, sentì i suoi fianchi ruotare piano attorno a lui e il suo corpo indietreggiare sino a sfiorarlo. Rinforzò quindi la presa sul corpo di lei e iniziò a spingere.

Lo sentiva entrare lentamente dentro di lei, aprirsi la strada all'intero del suo corpo come la lama di un coltello mentre i suoi muscoli si aprivano per accoglierlo. Strinse il labbro tra i denti e affondò le unghie nel divano, mentre il doloroso calore proveniente dalle sue natiche veniva diviso da lui.
Con un ultimo violento colpo entrò completamente dentro di lei, strappandole un gemito quando i fianchi di lui incontrarono la pelle arrossata di lei. Le strinse entrambe le mani afferrandola sicuro. Ad ogni colpo la pelle martoriata le trasmetteva nuove scariche dolorose, mentre entrando sempre più in profondità alimentava le scariche di piacere che l'avvolgevano stretta.

Lo sentì chinarsi su di lei rallentando il ritmo, puntò quindi i piedi e cominciò a spingere i fianchi spingendolo ancora più in profondità dentro di lei. le mani di lui le si strinsero attorno ai seni, i capezzoli intrappolati tra medio e indice. Una scarica proveniente dal collo e poi i suoi denti ancorarsi saldamente a lei, ormai perfettamente ancorata a lui venne trascinata verso l'alto sino a trovarsi quasi parallela a lui.

Sentì il suo dolce peso quasi completamente sui fianchi, e il suo corpo tutto intorno a lui, inspirò in profondità il suo profumo, sapeva di strada libri e sudore affondò ancor di più i denti sul suo collo frenando l'impulso a prenderla con ancor più violenza.
Gonfiò quindi il petto e ruotò su se stesso spingendola contro il muro vicino a loro.

Sentì il muro ruvido strusciarle sul seno e puntò le mani per sostenersi, spingendo i fianchi verso di lui e accogliendolo il più possibile dentro di lei. Spinsero ancora e ancora all'unisono lasciandosi trasportare dal piacere...ancora e ancora...sino a che non raggiunsero entrambi l'estasi e lo sentì esplodere dentro di lei.

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