F&G - Una parola di troppo Conclusione

Si concesse un lungo giro in motorino per la città prima di rientrare a casa, guidò sino a che non sentì la rabbia sfumare del tutto e un senso di soddisfazione invaderle il corpo.
Sorrideva ancora quando aprì la porta di casa e si trovò di fronte la personificazione della furia stessa. Giulia l'aspettava in piedi nel corridoio, i capelli sciolti e la tuta che usava solitamente quando era a casa.

"Disgraziata scavezzacollo, teppista senza cervello, come ti è saltato in mente di prendere a testate quella ragazza...adesso facciamo i conti. T'insegno io a comportarti come si deve"

Francesca la fissò a bocca aperta mentre chiudeva la porta dietro di se, il sorriso le si congelò sul volto e venne rapidamente sostituito da un espressione di terrore puro.

"No, lascia che ti spieghi....lei ha usato parole bruttissime, mi ha insultato di fronte a tutti...e ha insultato te...ti prego non mi punire."

Le sue parole ebbero il medesimo effetto della benzina su un carbone ardente, il suo volto assunse una preoccupante colorazione rossa che preannunciava il colore che presto avrebbero avuto altre parti del corpo di Francesca.

"Non mi interessa che cos'ha detto, tu non puoi comportarti così...ora va subito a stenderti sul letto..."

Con uno scatto tese il braccio puntando l'indice verso la loro camera da letto mentre Francesca rimaneva immobile, ancora scossa dall'inaspettato assalto.

"ma...ma..."

Balbettò incerta su cosa fare, aprendo i palmi di fronte come a proteggersi, mentre alcuni suoi muscoli si contraevano allarmati. Non aveva mai visto Giulia così furiosa e temeva che le avrebbe veramente spellato il corpo a suon di cinghiate.

Quando la vide rimanere immobile, temendo una sua fuga, avanzò verso di lei mandandola nel panico. La vide buttarsi in ginocchio con gli occhi pieni di lacrime. La implorava di non utilizzare la cinghia e risparmiarla.
In pochi istanti le fu accanto, la prese per le spalle e la fece distendere atterrà andando ad appoggiarsi sulla sua schiena per tenerla ferma.

Successe tutto in un instante, senza capire bene come si trovò sdraiata sul pavimento del corridoio. Il volto appoggiato sui gomiti e il busto immobilizzato dal peso di Giulia. La gonna le venne sollevata in un istante, mentre le mutandine sembravano essersi spostate da sole verso le sue ginocchia. I colpi cominciarono a piovere rapidi come fulmini, dalla posizione in cui si trovava lei poteva colpirle per intero una singola natica alla volta.
I colpi le strappavano gemiti di dolore mentre il corpo di Francesca sopra di lei le trasmetteva sensazioni strane. Attraverso la maglietta e i fini pantaloni di lei poteva infatti sentire le sue forme rotonde sulle spalle e il suo calore sulla schiena.
Strinse il labbro tra i denti sino a che non sentì il dolore del labbro mescolarsi a quello proveniente dai suoi fianchi.

Poteva quasi vedere le rosse unghie di lei sfiorarle la parte bassa delle natiche mentre le sue mani la colpivano ancora e ancora. La loro rapidità le toglieva il fiato e più di una volta, quando arrivavano pericolosamente vicine ai suoi punti più segreti, profonde scosse le attraversavano il corpo. Arrossandole il volto e inturgidendole i capezzoli contro il duro pavimento.

Non era la posizione migliore per una punizione disciplinare, era di fatto accovacciata sulla schiena di lei sforzandosi di non gravarle sulla schiena. Ad ogni colpo la sentiva muoversi e sussultare sotto di lei sfiorandola e trasmettendole leggere scosse attraverso i sottili strati di stoffa che le separavano. Vedeva il culetto di lei arrossarsi e muoversi ad ogni colpo, mentre la sua forma le ricordava in maniera inequivocabile il cuore. Dopo un paio di minuti di rese conto che inconsciamente stava iniziando a muoversi in sincronia con i movimenti di Francesca, così da sfiorarsi ad ogni colpo.

Dopo l'ultimo colpo provò a baciarla, non si aspettava di certo che le si rigirasse contro spingendola via. Atterrò sul sedere con un tonfo mentre Francesca le voltava le spalle con uno sbuffo, sentì una scossa attraversarle il corpo e una fiammata di adrenalina le attraversò il corpo, socchiuse gli occhi e partì all'attacco:
Velocemente l'attirò a se cingendole da dietro i fianchi e bloccandole le spalle con l'altro braccio spingendola contro il muro immobilizzandola. Affondò quindi le labbra sul suo collo, poteva sentire sulla lingua il battito del suo cuore e la sua eccitazione aumentare. Rafforzò quindi la presa sulle spalle e fece scivolare l'altro braccio verso il basso

40 minuti dopo erano abbracciate sul divano, i vestiti sparsi per tutta la casa, Francesca teneva la testa appoggiata sul petto di Giulia lasciandosi accarezzare lentamente i capelli.

"Sai il tuo datore di lavoro ha detto che infondo ai fatto bene a comportarti in quel modo, ti aspetta domani pomeriggio e mi ha assicurato che la ragazza che hai colpito non si farà vedere per un bel pezzo. Però non farlo mai più"

Francesca ruotò leggermente il capo per guardarla negli occhi, mentre un leggero sorriso le illuminava il volto.

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