F&G - Capelli biondi accento straniero

Era una splendida giornata di metà settembre, il sole scaldava placido la decina di ragazzi che aveva deciso di trascorrere il pomeriggio in spiaggia a godersi gli ultimi giorni d'estate.

Francesca e Giulia erano tra loro, sdraiate l'una accanto all'altra attiravano l'attenzione di più di un ragazzo e altrettanti sospiri rassegnati quando diventava palese che si trattava di due prede irraggiungibili per i figli di Adamo.

Giulia era reduce da una difficile mattinata in libreria, culminata con il dialogo surreale tra un bambino piangente e una madre che voleva comprargli un videogioco invece di un libro. Insieme al sole era sopraggiunta una leggera brezza e il breve cominciò a sentire gli occhi sempre più pensanti sino a scivolare in un sonno profondo.

Sbuffò violentemente quando, dopo alcuni minuti di monologo, si rese conto di parlare da sola. Giulia era ormai pesantemente addormentata a faccia in giù mentre il sole e il vento ballavano un valzer sul suo corpo atletico. Senti un brivido attraversarle la schiena mentre si sforzava di non accarezzare quel corpo che si trovava a pochi centimetri dal suo braccio.

Un familiare pizzicore dietro la nuca le fece capire di essere osservata, ruotò velocemente la testa e si trovò a fissare due profondi occhi azzurro ghiaccio. Una biondissima turista straniera aveva poggiato l'asciugamano a meno di un metro da loro ed ora stava osservandole con una strana espressione.

Francesca notò con piacere il viso leggermente tondo, i capelli di un biondo molto chiaro e il fisico leggermente abbondante, ma atletico, di chi pratica uno sport molto faticoso. Sforzandosi quindi di non affondare lo sguardo sul seno leggermente arrossato le sorrise.

"Hi beautiful, I'm Francesca and she is my sister Giulia. You are a foreigner, right ?"

Il volto già arrossato dal sole della bionda si colorò ulteriormente d'imbarazzo

"Hello I'm Astrid and I am Swedish. you and your sister are very cute."

Francesca fece finta di non sentire lo strano tono con cui era stata pronunciata la parola "sister", ma nella sua testa si era ormai delineato un piano perfetto per vendicarsi del sonno di Giulia

"You are here in Sicily on holiday? It is an island so romantic."

Mentre parlava si spostò leggermente in modo da avvicinarsi leggermente a Astrid, mentre lei più o meno volontariamente faceva la medesima cosa.

"Nice to meet you. yes I am here on holiday I will stay in this town until tomorrow afternoon."

Erano ormai a qualche decina di centimetri l'una dall'altra e Francesca cominciò ad avvicinare la sua mano a quella di Astrid.

"What do you think you and your boyfriend to this city?"

Astrid sembrava essere completamente da sola, ma non si poteva mai sapere. Francesca non voleva trovarsi a gestire un fidanzato geloso, già avrebbe dovuto gestire la sua di fidanzata gelosa.

"I'm single, but the city seems beautiful.
What about you? You and your sister have a boyfriend?"

Nonostante la lingua inglese non si prestasse particolarmente Francesca percepì chiaramente nella voce di lei un tono tra lo scettico e lo speranzoso. Confermando quindi sia i suoi sospetti che il piano che aveva in mente. Trattenendosi dal leccarsi i baffi pregustando la reazione di Giulia si avvicinò ancor di più ad Astrid.
Poteva ora sentire chiaramente il profumo della pelle di lei, un misto di salsedine, sudore e menta che le risveglio una piacevole sensazione sul fondo dello stomaco.

Astrid era infatti molto carina, i capelli lunghi e mossi le cadevano irregolarmente sul viso dai lineamenti esotici e decorato da una moltitudine di piccole lentiggini su naso e zigomi. Le labbra erano piccole e rosate e gli occhi di un azzurro che ricordava i ghiacciai polari. Le spalle larghe e i bicipiti ben definiti tradivano un'intesa attività sportiva. Mentre il seno piccolo e sodo sembrava essere stato concepito apposta per essere morso. Dalla posizione in cui si trovavano Francesca non poteva naturalmente vederle i fianchi, ma le lunghe gambe affusolate e muscolose le facevano immaginare un fondoschiena da perdere il fiato.

"No, none girlfriend, we are singles. Tell me you too are a lesbian?"

Mentre pronunciava quelle parole le aveva sfiorato la mano con la sua per poi posarle l'una accanto all'altra. Il busto proteso verso di lei e i loro volti ad ormai pochi centimetri. Vide chiaramente un lampo accendere gli occhi di lei e la sua voce fuoriuscì in un sussurro carico di tensione.

"I'm straight, But recently I would be defined as bi-curious"

"I'm sorry for you, but it certainly will not be my girl to satisfy your curiosity"

La voce risuonò decisa e decisamente arrabbiata da sopra la testa di Francesca ed entrambe alzarono lo sguardo verso Giulia, che in piedi sopra di loro e con le braccia saldamente sui fianchi aveva un espressione che non lasciava presagire nulla di buono.

"Giulia, no aspetta stavo solo..."

Non riuscì a terminare la frase perché lei l'afferrò per un braccio tirandola in piedi.

"Tu adesso vieni a casa con me, ti insegno io a provarci con le turiste"

Astrid le fissò entrambe sbigottita, aveva avuto il sospetto che non fossero sorelle, ma credeva di trovarsi di fronte a una coppia in cerca di un avventura...le fissò qualche istante senza sapere se intervenire o darsela a gambe.

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Era furiosa, stringeva con forza il volante cercando di arrivare il prima possibile a casa. Francesca sedeva muta sul sedile a fianco al suo, il polso le doleva leggermente dove lei l
l'aveva stretta e quasi trascinata in
macchina. Di fronte a Astrid si era trattenuta, ma appena entrate in macchia era esplosa in un torrente di urla e minacce che in breve l'aveva ridotta al silenzio. Fissava l'asfalto scorrere rapido stringendo il labbro tra i denti e maledicendosi per lo scherzo organizzato. Sapeva che poteva essere molto gelosa a volte, ma non si aspettava una reazione simile.

Non proferì parola sino a che non entrarono a casa:

"Giulia ti prego, era solo uno scherzo. Non avrei fatto nulla con Astrid...te lo giuro"

Giulia sembrava però irremovibile, immobile con il braccio teso le indicava l'angolo del salotto. Sarebbe dovuta restare lì immobile sino a che lei non avesse messo in lavatrice costumi e asciugamani.

"Francesca smettila, sai benissimo quello che hai fatto, smettila immediatamente. Togliti il costume e mettiti subito nell'angolo. Non mi costringere a prendere la cinghia"

Fu la parola scatenante, appena udita la parola "cinghia" Francesca sbiancò e corse a chiudersi in bagno. Giulia si lanciò all'inseguimento, ma fu troppo lenta e la porta le si chiuse di fronte.

"Francesca stai peggiorando le cose, apri subito questa porta o per te saranno dolori."

Appoggiata la schiena contro la porta sorrise debolmente, non aveva nessuna intenzione di cedere il suo culetto tanto facilmente. La sentiva bussare ed insistere, ma non aveva intenzione di cedere. Anche se, non si era portata il telefono e non aveva molto da fare in bagno.

"Francesca, ti do ancora due minuti per aprire questa porta, poi una volta uscita dovrai vedertela con: cinghia, spazzola e bastone della tenda"

Senti le gambe diventare molli di fronte a quella minaccia è una scintilla accendersi nel ventre. Con un sospiro quindi aprì la porta mentre gli occhi le si riempivano di lacrime

"No ti prego, non usare tutte quelle cose, mi farai male"

Giulia la prese per mano e lentamente la guidò in camera da letto, si sedette sul bordo e l'attirò a se e iniziò a colpire con la mano il suo culetto abbronzato. Francesca aveva la pelle molto chiara e il segno del costume era appena percepibile, una sottile linea più chiara che attraversava entrambi e muscoli andandosi a perdere fra di essi. Mentre la colpiva ancora e ancora la vedeva piano piano scomparire mentre la pelle si arrossava ad ogni colpo.

"Vedrai che cosa vuol dire fare la casca morto con le turiste, voglio vedere se domani con i pantaloncini farai ancora la spiritosa"

I colpi cadevano rapidi e spietati, mentre sentiva un bruciore crescente attraversarle il corpo. A complicare la situazione c'era il leggero strato di sale che le era rimasto sulla pelle e che non aveva avuto modo di lavar via prima di salire in macchina. Ad ogni colpo poteva quindi sentire il dolore mischiarsi con il fastidioso prurito.

"Giulia ti prego basta, giuro che sarò brava...farò quello che vuoi...farò le faccende sempre io per un mese"

Giulia non trattenne un sorriso a quelle promesse decisamente esagerate. Tutte le volte doveva minacciare Francesca anche solo per piegare i calzini, figuriamoci mettere apposto casa per un mese.

Continuò a colpirla ancora e ancora, non mettendo particolare forza nei colpi così da concedersi tutto il tempo del mondo. Più proseguiva con la punizione più il culetto si arrossava e i lamenti si facevano frequenti. Si sentiva ormai ipnotizzata dalla vista del muscolo contrarsi e rilassarsi ancora e ancora muovendosi in sincronia con i suoi colpi.

Le sembrò passata un ora, ormai stordita dal vortice di sensazioni quasi non si accorse della fine della punizione. Ubbidiente si lasciò quindi pendere tra le braccia e depositare un bacio sulla fronte.

"Ora andiamo e l'ora di fare il bagno e poi mettere la crema"

Le avvolse le braccia intorno al collo appoggiandole la testa sul seno. Rimase quindi così sino a che non entrarono nel bagno.

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