F&G - Arance e Peperoncino

I cantanti si alternavano l'uno all'altro senza che le colpisse alcuno, Giulia iniziava a appisolarsi mentre Francesca l'accarezzava lenta lasciando che le dita s'insinuassero tra le morbide ciocche brune. Erano entrambe molto stanche a causa dell'intenso pomeriggio di studio e ora si godevano la tranquillità e la rilassatezza di quella sera di fine estate.

"Giulia ti andrebbe un arancia con la cannella, ho voglia di qualcosa di dolce prima di andare a dormire"

Giulia a quelle parole ruotò la testa sulle ginocchia di Francesca sino ad incrociare il suo sguardo. Il volto di Francesca visto da quell'angolazione aveva una dolcezza tutta particolare esaltando i duri lineamenti italiani e le morbide curve latine mentre i biondi capelli, resi ancor più chiari dalla esposizione al sole ricordavano il fieno appena mietuto.

"Vai, ma ritorna subito"

Prima di rialzarsi per lasciarla libera di andare le posò un leggero bacio sulla leggera striscia di pelle lasciata scoperta dalla canottiera troppo corpo riempiendosi i polmoni del suo profumo, mentre sul fondo dello stomaco sentiva accendersi  qualcosa.

Francesca aveva fatto già un paio di passi verso la cucina quando Giulia presa dall'ispirazione la raggiunse con un balzo afferrandola per la vita e attirandola a se.

"Vedi di tornare con un abbigliamento più consono"

Francesca non trattenne un brivido percependo il tono insolitamente autoritario e sentendo la sua mano che nel lasciarla libera affondava oltre l'elastico del pigiama e le accarezzava il fianco.

Tornò in sala dopo alcuni minuti, le fette d'arancia ordinatamente disposte sul un piatto candido risaltavano di un arancione acceso contro la bianca pelle dei seni di lei. I piccoli capezzoli rosa a pochi centimetri dal bordo del piatto si offrivano anch'essi suggerendo il proseguo della serata. Giulia lasciò scorrere lo sguardo oltre il bordo del piatto lungo i fianchi semi nascosti dall'ombra dello stesso. La gamba destra leggermente più avanti dell'altra a nascondere il pube perfettamente depilato.
Al collo aveva indossato il bianco papillon che doveva indossare al lavoro e sciolto i capelli che le ricadevano sulle spalle in morbide onde dorate.

"Ecco la sua arancia padrona, spero che sia di suo gradimento"

Giulia non trattenne un sorriso a quella vista, mentre dentro di lei sentì la piccola scintilla di poco prima iniziare ad ardere. Non era da Francesca mostrarsi così ubbidiente, si alzò quindi molto lentamente e avanzò verso di lei sin quasi a sfiorarla. Incrociò il suo sguardo e fece scorrere una mano lungo la gamba di lei sino a fermarsi sul fianco.

Aprì quindi leggermente la bocca in un muto comando senza smettere d'osservarla negli occhi. Percepì la mano di lei che ubbidiente raccoglieva uno spicchio e gliel'avvicinava alla bocca, lo sentì appoggiarsi alle labbra morbido mentre le schiudeva per lasciarlo entrare. Poi vide il guizzo negli occhi di Francesca e le sue labbra alzarsi in un sorriso di soddisfazione, spalancò gli occhi in un gesto di allarme, ma era troppo tardi con una leggera spinta delle dita le lasciò scivolare lo spicchio in bocca e prima che potesse opporsi sentì il familiare bruciore del peperoncino accenderle il palato.

Essendo ormai troppo tardi per sputarla via la ingoiò velocemente mentre affondava le dita nel fianco di Francesca per impedirle di sgusciare via. Afferrò quindi il bordo del piatto e glielo tolse dalle mani lasciandolo più o meno poggiare a terra ai loro piedi.

"La pagherai cara per questo scherzo, non ci riproverai...vieni con me"

La prese per un orecchio e la trascinò verso l'angolo del salotto, tra la televisione e la libreria, non trattenne un piccolo grido quando sentì la sua mano abbattersi sulla sua natica destra e le dita stringerla affondandovi le unghie. Senza lasciare la presa le si avvicinò sino a farle sentire le rotondità del suo seno sulla schiena.

"Non ti muovere di qui sino a che non torno, altrimenti userò la cinghia"

Sentì il corpo di lei irrigidirsi contro il suo a quella minaccia, strinse ancor di più la presa su di lei lasciando scivolare il mignolo nel solco tra le natiche.

"Non disubbidirmi"

In un attimo la sentì allontanarsi da lei e un leggero brivido freddo le attraversò la schiena facendole desiderare che tornasse presto. Il tempo passava lentamente e lei non tornava, sentiva l'orologio della sala battere ogni singolo secondo. Poteva sentire il ticchettino entrarle nelle orecchie e scenderle lungo il corpo sempre più lentamente, lasciandola precipitare in uno stato di stordimento.

"Girati e vieni qui"

La sua voce calda e autoritaria la richiamò alla realtà ristorandola come un lungo sorso di tè caldo in una fredda notte invernale. Quasi sentiva il calore scenderle lungo il corpo risvegliandolo. Si voltò con un unico movimento trattenendo l'impulso di correrle incontro. Quello che vide la lasciò senza fiato:

Giulia l'attendeva seduta sul bordo del divano completamente nuda, le brune gambe sensualmente aperte erano messe in risalto dagli alti tacchi scuri che aveva indossato. I capelli lasciati cadere sul petto nascondevano quasi del tutto il seno pieno e gli scuri capezzoli. La mano destra stringeva il frustino in cuoio che avevano regalato loro, mentre la punta era tesa verso di lei a mo di minaccia.

Lo mosse di scatto tracciando una curva e puntandolo verso il pavimento tra le sue gambe.

"Vieni qui ed inginocchiati...lentamente"

Ubbidiente avanzò verso di lei, stringendo il labbro inferiore tra i denti e respirando lentamente per non tradirsi. Si fermò in piedi esattamente tra le sue gambe rimanendo immobile per qualche attimo senza smettere di fissarla negli occhi.

Sentì il frustino percorrerle lentamente la gamba destra, poteva quasi sentire il rumore del cuoio che strusciava lungo la pelle. Non trattenne un brivido quando le s'insinuò tra le cosce fermandosi a pochi millimetri dal loro centro. Un muto sospiro le scappò dalle labbra quando lei lo ritirò improvvisamente tenendolo perfettamente verticale e parallelo al suo corpo.

"In ginocchio subito"

Si lasciò scivolare lentamente sulle ginocchia senza smettere di fissarla negli occhi tenendo le braccia immobili lungo il corpo. Rimase quindi immobile in attesa del comando successivo. Il fustino le si abbatte sulla natica sinistra improvviso come il lampo, non si trattava di un colpo vero e proprio, ma più di un comando silenzioso. Giulia sporse ancor di più i fianchi verso di lei rendendo ancor più esplicito il suo desiderio.

Chiuse gli occhi e affondò il viso dentro di lei, mentre il suo più intimo profumo le riempiva le narici e il corpo le si accendeva d'eccitazione. Sporse quindi le labbra e la lingua insinuandosi dentro di lei mentre con le braccia le cingeva i fianchi spostando parte del suo peso sui gomiti.
Il frustino cominciò quindi a colpirle la parte superiore delle natiche, prima una poi l'altra quasi suggerendole il ritmo da dare ai suoi baci. Avendo ormai compreso la sua punizione iniziò a spostarsi lentamente cercando la posizione giusta, incurvò la schiena e affondando sempre di più il viso dentro di lei e spingendo all'infuori i fianchi. Era ormai avvolta completamente nel suo profumo e nel suo calore mentre il suo dolce sapore le scendeva lungo la gola.

Era tremendamente difficile, cercava di concentrarsi sui colpi sporgendo il collo e le spalle per verificare la destinazione di ogni singolo colpo, ma la lingua e le labbra di lei la stordivano mentre sinuose onde di piacere le scuotevano il corpo. Respirò a fondo cercando di controllarsi, le dita della mano sinistra affondate nella stoffa del copri divano. Nei video sembrava tutto molto più facile, i fianchi sembravano muoversi da soli e spingersi sempre più verso l'esterno, quasi a cercare d'inglobare il viso di lei.

Quasi senza rendersene conto sincronizzò i movimenti della bocca a quelli del frustino che la tormentava, poteva sentire Giulia fremere e muoversi sotto le sue dita e attorno alle sue labbra mentre il frustino continuava a morderle il culetto in maniera sempre più disordinata. Leccava e mordeva con sempre più foga, mentre il suo dolce succo le scorreva sul collo e sul seno. Sentiva il suo cuore battere sempre più velocemente sulla lingua mentre la insinuava ora in profondità dentro di lei, ora lungo il bordo esterno. Aumentò il ritmo quando la sua mano le affondò tra i capelli e il frustino smise di colpirla, affondò quindi le dita attorno ai fianchi cercando di bloccare i suoi movimenti rapidi. Poi improvvisamente la sentì sussultare più forte e la bocca le si riempì completamente di lei. Non trattenne un sorriso e lentamente si alzò tornando a fissarla negli occhi.

I capelli scompigliati le ricadevano sul volto arrossato e sorridente, mentre i suoi occhi verdi la fissavano tra le singole ciocche. Sentì quindi il frustino cadere e le sue mani abbattersi all'unisono sul suo culetto arrossato mentre le dita le strapparono un gemito di dolore mentre lo afferravano spingendolo verso di lei. La vide quindi scivolare lungo il bordo del divano sino a scomparire completamente tra le sue gambe, mentre le mani le spingevano i fianchi invitandola ad appoggiare le ginocchia sul cuscino che aveva davanti. Ubbidiente seguì il suo consiglio, mentre sentiva la sua lingua insinuarsi dentro di lei e le mani ricominciare a colpirle le natiche, prima lentamente e poi sempre più rapide sino a sincronizzarsi con i movimenti della lingua di lei. Appoggiò quindi le braccia sul bordo del divano e lasciò che le sensazioni prendessero il sopravvento.

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