Lui e Lei - Non devi vedere questi film

Lui rientrò un po' prima del solito quel giorno, era un venerdì di dicembre e in ufficio avevano fatto il possibile per concludere il lavoro prima del solito.
Entrando in casa con un sospiro la trovò rannicchiata sul divano avvolta in una delle coperte in tartan che tenevano nel cassetto del salotto, messe li apposta per le fredde serate invernali passate di fronte alla tv. Appena lo vide armeggiò con il telecomando nel tentativo di cambiare canale, provocando la caduta della coperta e mettendo in mostra le agili gambe bianche protette solamente da un paio di calzini bianchi di spugna.
Il movimento indirizzò la sua attenzione verso lo schermo 42 pollici del salotto, uno zombie, completamente assorto nell'inseguimento di una fanciulla, faceva bella mostra di se.

"Quante volte ti ho detto di non guardare quel genere di film?
Poi non riesci a dormire e al mattino non vuoi andare a lezione perché sei stanca!"

Lasciò quindi cadere la borsa rumorosamente ai suoi piedi e, dopo essersi assicurato d'aver chiuso la porta dietro di lui, andò verso di lei.

"Ma...è il nuovissimo episodio e volevo vederlo, so che avrei dovuto aspettarti, ma ero curiosa di vedere cosa sarebbe successo"

Mentre diceva ciò si alzò in piedi, i muscoli tesi in attesa del momento più opportuno per agire.

"Non mi interessa cosa stessi vedendo, sai che ti era stato espressamente vietato."

Era ormai a poco più di un metro da lei, avanzava lentamente mentre ruotando le spalle cercava di liberarsi della giacca che ancora aveva indosso, la sentì scivolare lungo la schiena e il braccio destro, girò leggermente la testa verso la mano sinistra per liberare anche quella. Era il momento che lei stava aspettando, rapidamente scattò verso la camera da letto.

"Non riuscirai a prendermi, so benissimo che intenzioni hai"

La mossa di lei lo prese alla sprovvista dandole qualche attimo di vantaggio, la vedeva correre a pochi centimetri da lui e solo in quel momento si rese conto che indossava soltanto una lunga felpa scura e un paio di mutandine bianche, una vista che accese il desiderio dentro di lui.

La vide come al rallentatore oltre passare la porta della loro camera e cercare di chiudersi la porta alle spalle con una rotazione del braccio sinistro. Istintivamente si protese in avanti e allungò il braccio di fronte a se per intercettare la porta.

Si voltò di scatto quanto sentì il forte colpo dietro di lei, ebbe quindi una fugace visione di lui immobile sul vano della porta: La camicia scura era parzialmente fuoriuscita dai jeans e unita al colletto in disordine, era solito non abbottonare l'ultimo bottone, e al volto semi nascosto nell'ombra lo rendeva simile al personaggio di un romanzo dell'orrore. Non trattenne un brivido lungo la schiena prima che lui le fosse addosso.

Sentì un braccio cingerle il ventre e sollevarla da terra, e gambe sgambettarono furiosamente quando persero la presa e cominciò a colpirlo sulla schiena mentre lui se la caricava su una spalla. Perfettamente cosciente del suo culetto pericolosamente esposto e a portata di mano del pericolosissimo braccio destro di lui.

Non trattenne un urletto di protesta quando sentì le mutandine che le venivano brutalmente fatte scendere lungo le gambe e i primi colpi iniziarono a colpirla alternativamente prima su una e poi sull'altra natica.

"Smettila di agitarti o cadremo tutti e due a terra e allora la tua punizione sarà ancora peggiore"

Il familiare suono della pelle di lui che colpisce la pelle di lei riempiva la stanza e copriva in parte le sue proteste

"Smettila immediatamente, mi fai male..."

Ma lui continuava implacabile, non erano colpi particolarmente forti: dalla posizione in cui si trovava non poteva utilizzare la spalla per imprimere forza al colpo, ma il palmo ben allenato risultava comunque molto doloroso. In quella particolare posizione oltretutto lei era particolarmente esposta e lui non disdegnava di far cadere alcuni colpi li dove la base di entrambe le natiche si incontra strappandogli strappandole mugolii di dolore e scariche lungo tutto il corpo.

"Hai mi fai male, ti prego basta, non guarderò più quei film...ti prego"

Istintivamente si aggrappò alla camicia e alla cintura di lui cercando di non cadere con la faccia sul pavimento, le gambe ormai domate sobbalzavano ad ogni colpo, mentre i colpi le accendevano il corpo di sensazioni contrastanti.

Colpì ancora e ancora, sino a che non vide il culetto di lei colorarsi di un bel colore rosa accesso. Solo allora ruotò velocemente su se stesso lasciandosi cadere sul letto.

"Aiuto, pazzo che stai facendo, così ci facciamo male"

Portò le mani di fronte a se cercando di proteggersi ed in breve si trovò ad affondare a faccia in giù sulla trapunta che utilizzavano di solito, mentre lui scivolava via da lei tenendogli una mano sopra le scapole per immobilizzarla.

"Che intenzioni hai lasciami...subito...cretino!"

Solo dopo che la parolaccia le era uscita dalla bocca si rese conto che forse non era stata una buona idea, sensazione confermata dalla successiva scarica di colpi che le investì il culetto già arrossato

"Quante volte che ti ho detto di utilizzare un linguaggio appropriato"

La colpiva velocemente su tutto il culetto aumentando notevolmente il rossore già molto evidente. Rimase quindi senza fiato affondando il volto sulla trapunta e mordendosi il labbro.

Improvvisamente i colpi cessarono lasciandola stordita, quasi non sentì la mano che le stringeva la natica destra, ma non pote sottrarsi a quella che le stringe i capelli e le tirò su con delicatezza la testa.

"Non ho ancora finito con te signorina"

Il sussurro le giunge vicinissimo all'orecchio destro e il suo profumo la avvolse, poteva sentire il peso di lui aumentare sul suo corpo e le sue dita insinuarsi dentro di lei esplorandola.

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