F&G - Crash

Le notifiche arrivano in rapida successione, la sua amica aveva fretta di raccontarle del suo ultimo appuntamento con il suo nuovo ragazzo. Il fumo della sigaretta andava a mescolarsi con il profumo della macchina appena lavata e del pane appena sfornato che occupava il sedile del passeggero. Quella sera avevano ospiti e era impaziente di arrivare a casa per preparare le ultime cose.

Nella fretta non badava molto alla strada che stava percorrendo, imboccando quasi in autonomia le strade che aveva percorso tante volte, Non vide la piccola auto rossa che sbucava all'improvviso da una stradina laterale.
Un forte rumore di lamiere schiacciate le risuonò nella testa mentre il colpo la sballottava lateralmente e una pioggia di cristallo l'avvolgeva. Per un istante vide chiaramente il viso di Giulia prima che giungesse il buio.

Rimase perfettamente immobile per alcuni istanti, gli occhi chiusi e il cervello che correva alla massima velocità. Il colpo le aveva svuotato i polmoni e fece un profondo respiro prima di aprire lentamente gli occhi. Esplorò velocemente la sua situazione, aveva piccoli pezzettini di vetro quasi ovunque, ma sembrava perfettamente illesa, poteva sentire l'adrenalina scorrerle impetuosa lungo tutto il corpo. Uscì lentamente dall'auto e si trovò a fissare negli occhi l'anziana vecchietta che l'aveva tamponata, per loro fortuna andava molto piano e a parte il parabrezza di Francesca le due auto sembravano in buone condizioni.

"Cavolo per fortuna sono viva...o cavolo Giulia mi ammazza"

Tra i brividi prese il cellulare per chiamare Giulia, aveva bisogno di lei.

Il tempo sembrava scorrere molto lentamente mentre compilava il cid insieme all'anziana signora e nel suo cervello cominciava a prendere corpo l'idea di quello che sarebbe successo quando Giulia l'avesse raggiunta. Finalmente dopo quella che sembrava un eternità vide la sua auto parcheggiare li accanto e lei scendere trafelata: Era salita in macchina con quello che aveva in casa in quel momento, una leggera maglietta di cotone e i pantaloni della sua tuta da ginnastica preferita ed ora correva verso di lei scrutandola da capo a piedi.

"Oddio Francesca stai bene? che cavolo è successo"

Le sue braccia l'avvolsero stretta e il suo profumo le penetrò nel corpo ristorandola e calmando i suoi nervi come magico balsamo benefico. Godendosi le sensazioni sentì il suo corpo rilassarsi mentre l'adrenalina e la paura scomparivano rapidamente.

"A casa ti faccio il culo a stelle e strisce"

Un altro tipo di paura le percorse il corpo distraendola dall'incidente mentre sentiva il suo corpo iniziare a reagire a quelle parole. Seguì quindi con distacco le operazioni di rimozione delle due auto e il tragitto sino a casa, quasi non udendo le urla furiose di Giulia che si alternavano alle minacce di diversi tipi di punizione.

"Come cavolo farà a fare le stelle"

Fu l'ultimo pensiero prima che entrassero in casa...

"No ti prego Giulia, sono ancora scossa da quello che..."

la frase venne troncata a metà, con un unico movimento Giulia aveva chiuso la porta dietro di loro e l'aveva spinta contro di essa. Poteva sentire il liscio legno del pannello posteriore della porta premere contro la guancia destra e il seno. Indossava uno stretto paio di jeans quel giorno e Giulia impiegò qualche istante più del solito a mettere a nudo il suo bersaglio preferito.

"Sei un incosciente"

Le mani di Giulia cominciarono a colpirla con forza, mentre la teneva ferma contro la porta.

"Questa volta potevi ammazzarti sul serio, cellulare e sigaretta contemporaneamente"

poteva quasi vedere il suo culetto arrossarsi sotto gli implacabili colpi, mentre lampi dolorosi le attraversavano il corpo.

"Cellulare e sigaretta...contemporaneamente...questa volta non potrai sederti per settimane"

Istintivamente Francesca aguzzò le orecchie temendo di sentire da un momento all'altro i rumori dei loro ospiti in arrivo, sarebbe stato molto imbarazzante se fossero arrivati sentendo i rumori derivati dalla sua punizione.

"Giulia ti prego, non lo farò più...smettila mi fai male"

L'ultima scarica di colpi la lasciò senza fiato, mentre un piccolo bacio sul collo le trasmise l'ennesima scossa lungo il corpo

"Ora va a finire di preparare per questa sera, poi dopo finiamo la discussione"

[fu una cena piacevole, anche se Francesca aveva il cervello da un'altra parte e non lasciava scappare una singola occasione per alzarsi dalla sedia.]

Dopo quella che sembrava un eternità finalmente anche l'ultimo invitato tornò a casa e Francesca, senza una parola, iniziò a lavare i piatti.

"Lascia stare i piatti, dopo carico la lavastoviglie."

Le sue braccia l'avvolsero i fianchi da dietro e sentì il seno di lei premere sulla sua schiena"

"Va di la e aspettami nuda a pancia in giù, io e te abbiamo una questione in sospeso"

Nuovi brividi le corsero giù lungo la spina dorsale e le procurarono uno strano calore al ventre.

"Ti prego no, farò tutto quello che vuoi, ma non mi punire ancora"

La sua stretta si fece più decisa e iniziò ad allontanarla dal lavello

"Non ci provare, quello che hai fatto è troppo grave per cavartela con la punizione di prima, ora puoi scegliere o vai da sola oppure ti porto io e mi porto dietro il bastone per le tende"

Il temuto bastone era l'oggetto che Francesca odiava di più, solido e flessibile era infatti in grado di procurarle delle dolorosissime strisce rosse dopo pochi colpi. Di fronte a quella prospettiva si diresse ubbidiente verso la loro camera da letto.

Giulia la raggiunse dopo qualche minuto, stringendo nella mano destra la sua cinghia preferita, per avere maggior libertà di movimento si era liberata della maglietta che indossava ed ora avanzava verso di lei con indosso solamente la scura gonna attillata. Sul volto un espressione dura e decisa che non lasciava presagire nulla di buono.

Trovò Francesca ad attenderla proprio come le aveva chiesto: completamente nuda giaceva a pancia in giù sul lenzuolo, i capelli sciolti le ricadevano sulla schiena arrivando quasi a sfiorare il culetto su cui era ben visibile l'arrossamento causato dalla precedente fase. Se non fosse stato per la macchina distrutta parcheggiata in garage avrebbe volentieri ceduto al desiderio che sentiva risalirle lungo il corpo.

"Ti prego Giulia la cinghia no..."

l'ultima parola fu nuovamente troncata dall'inizio della punizione. La mano sinistra premuta sui reni la teneva ferma mentre la destra si alzava e abbassava inesorabile facendo risuonare l'appartamento del familiare rumore.

"Dopo quello che hai fatto...osi ancora chiedere...ti farò passare la voglia"

al terzo colpo Francesca distolse lo sguardo dal corpo di Giulia e affondò il volto sul cuscino. Il suo corpo sussultava sotto la cinghia, mentre dolore e piacere si alternavano rapidamente. Stordita non prestava quasi più orecchio ai rimproveri che si alternavano tra un colpo e l'altro, il culetto ormai in fiamme e la voglia di fumare ben seppellita dentro di lei.

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