F&G - Un tranquillo weekend - Parte 1

Volti senza tempo le osservavano immobili nelle loro cornici in legno scuro. La luce attraversando i vecchi vetri ingialliti dei lucernari ricopriva tutto e tutti di una luce dorata che faceva risplendere gli impalpabili granelli di polvere che volteggiavano nell'aria. Giulia e Francesca, ferme al centro della stanza, si guardavano attorno incantate dall'atmosfera senza tempo di quel luogo. Quando si erano offerte di dare una mano nel riordino della casa del defunto nonno di Mattia non si aspettavano di certo che quest'ultimo vivesse in un isolata dimora di campagna che sembrava esser rimasta immobile in un universo senza tempo. In ogni stanza facevano bella mostra di se antichi quadri e mobili in legno scuro, ceramiche finemente lavorate a mano e marmi e pietre provenienti dai luoghi più remoti. Il nonno di Mattia infatti aveva viaggiato molto e raccolto ogni genere di oggetto.

La situazione aveva quindi fatto venire a Mattia un idea e in poche ore aveva raccolto un piccolo gruppo di amici e organizzato una spedizione in quello che sarebbe stato il loro rifugio per molti lunghi weekend invernali. Le immutabili stanze ottocentesche avevano quindi conosciuto di nuovo il suono delle risate e degli schiamazzi delle quattro coppie di amici.

La stanza che era toccata in sorte a Francesca e Giulia era una spaziosa alcova al terzo piano, dotata di un fiabesco letto a baldacchino interamente scolpito nel legno e di un balconcino in pietra che offriva una spettacolare vista sul Golfo di Palermo, solo il loro senso del dovere l'aveva trattenute dal chiudere la porta dietro di loro e dimenticarsi del mondo. Avevano quindi velocemente lasciato cadere a terra gli zaini e quando Giulia notò che Francesca si era avvicinata a l'antica toletta in legno che occupava l'angolo destro della stanza.

"Mi raccomando Francesca, fai attenzione a come ti muovi qui dentro, dobbiamo dare una mano non fracassargli tutti i soprammobili...ferma posa immediatamente quella ballerina"

Francesca rispose con una linguaccia mentre continuava a rigirarsi tra le dita la piccola ballerina di porcellana, lasciava scorrere il dito sulle sue piccole forme sentendo gli occhi di Giulia su di lei e trattenendo a stento un sorriso. L'artista l'aveva raffigurata impegnata in un Attitude che metteva in risalto le acerbe curve adolescenziali trasmettendo all'osservatore una strana sensazione di eterea leggerezza. Francesca fece scivolare il dito indice nella stretta curva formata dalla gamba destra e dal fianco della ballerina mentre il freddo contatto con la ceramica le trasmise un leggero brivido mentre le scorreva sulla pelle.

Fu questione di un momento, una leggerissima crepa fece la sua comparsa li dove la gamba si fondeva alla gonnellina aprendosi a ventaglio con un leggerissimo "crick".
Istintivamente Francesca chiuse le dita in un estremo tentativo di salvare la fragile ballerina, ma era troppo tardi, l'intero corpo si staccò e s'infranse sul pavimento in centinaia di piccolissime schegge color avorio.

Sulla stanza calò quindi un surreale silenzio, mentre entrambe trattenevano il fiato, Francesca aprì lentamente la mano trovandosi a fissare la piccola gamba della ballerina.

Le dita di Giulia che le si stringevano attorno al braccio destro la riportarono immediatamente alla realtà, mentre quasi senza poter replicare veniva trascinata verso il letto a baldacchino. Una morbida coperta di lana blu scuro creava un surreale contrasto con il baldacchino di legno scolpito e solo quando fu più vicino si rese con che i quattro pilastri non erano altro che una successione infinita di piccoli pesci che salivano a spirale sino a quello che doveva essere, nelle intenzioni dell'artista, la superficie dell'oceano.

"Ti avevo detto di stare attenta, adesso vedrai che cosa ti succede"

Istintivamente puntò i piedi

"No aspetta, gli altri ci sentiranno...e poi non è colpa mia si sarebbe rotta comunque...sono stata attenta"

Giulia non sembrava però voler sentire ragioni e sollevandola per la vita la lasciò cadere sulla coperta mozzandole il fiato. La morbidissima lana accolse il suo corpo avvolgendolo in un caldo abbraccio, mentre un esotico profumo di legno, cera e polvere le stordiva i sensi. Le lenzuola erano state evidentemente lavate da poco e il fresco profumo di lavanda si mescolò agli altri facendola instantaneamente rilassare.

Un brivido le attraversò il corpo quando Giulia le abbassò pataloni e mutandine e la lana le avvolse il ventre solleticandola, istintivamente aprì leggermente le gambe lasciando che s'insinuasse tra di esse. Quasi che fosse dotata di vita propria le sembrò che iniziasse ad accarezzarla e dovette stringersi il labbro tra i denti per non iniziare a muovere il bacino ed essere "scoperta" da Giulia.

Affondò in profondità nella coperta e non trattenne un grido quando la cinghia la morse per la priva volta, lasciandole sulla pelle una striscia rosso fuoco, quando erano uscite non aveva notato la cintola che aveva indossato Giulia, la spessa cinghia di cuoio nero che era solita usare per le punizioni e che raramente indossava in pubblico.

"Giulia no ti prego, mi fai male fermati"

Sentì una mano posarsi imperiosamente sui reni e bloccarla contro la coperta, mentre questa s'insinuava ancor di più attorno al suo corpo, ignorando i suoi lamenti continuava a colpirla facendo ben attenzione a non risparmiare nessuna parte del suo culetto atletico.

"Ti avevo appena detto di stare attenta, Mattia ci ha invitate per dargli una mano a mettere in ordine, non certo per devastargli la casa"

Mentre parlava continuava a colpirla con forza e a ogni colpo scariche dolore le accendevano i muscoli, mentre il solletichio della lana le faceva indurire i capezzoli e fremere il ventre. Affondò le mani in essa cercando di controllarsi mentre involontariamente iniziava a muovere i fianchi così che ogni colpo di cinghia le facesse scorrere il ventre sulla lana accendendola di desiderio. Giulia ben presto se ne accorse e interrompendo i rimproveri le dava il tempo di trovare la posizione giusta prima calare di nuovo la cinghia su di lei, la vista del culetto di Francesca attraversato da numerose strisce rosse la tormentava e faceva crescere in lei il desiderio di possederla, mentre con la mente si malediva per non aver portato con loro il nuovo strapon acquistato su Amazon.

Mentre la sua punizione continuava entrambe si trovarono ad immaginare come sarebbe stato fare l'amore su quella particolare coperta, mentre le loro lingue si avvolgevano in una morsa inestricabile e i copri aderivano l'uno all'altro in una lussuriosa danza.

Infine la mano che sino a qualche attimo prima l'aveva tenuta ferma le scivolò lungo la schiena in una lenta carezza sino alla base del collo mentre Giulia saliva sul letto dietro di lei. Sentì il morbido seno premerle sulla schiena e la testa venire brutalmente tirata verso l'alto. Girò quindi il collo assecondandone il movimento e spalancando le labbra per accogliere il caldo bacio che sarebbe arrivato di li a qualche istante.

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