Al numero 10

Erano passati ormai tre anni da quando Lord Voldemort era stato sconfitto, il mondo magico si stava lasciando lentamente alle spalle l'oscuro periodo di terrore chiusosi con la seconda battaglia di Hogwarts e tutti sembravano aver ripreso il filo delle loro vite, tutti tranne Hermione.
Dopo essere riusciti a concludere gli studi, con ottimi voti, grazie ad una serie eccezionale di esami (Hermione era riuscita ad ottenere un numero di M.A.G.O. da record) a lei, Harry e Ron era stato offerto un posto da aspiranti Auron al Ministero, ma con sorpresa di tutti quanti Hermione l’aveva rifiutato dichiarando di volersi dedicare allo studio delle Antiche Rune. Inizialmente Harry e Ron avevano accettato di buon grado e le avevano offerto di trasferirsi con loro a Londra per rimanere insieme e continuare l'opera di bonifica di Grimmauld Place. Per i primi tempi le cose erano andate abbastanza bene e la casa, una volta luogo dedicato alle arti oscure, era rapidamente diventata una sorta di versione londinese della Tana, non era infatti raro incontravi Nevil, Luna e altri membri dell'ex Esercito di Silente. Tuttavia con il passare del tempo il lavoro aveva coinvolto sempre di più Harry e Ron facendoli rimanere alontano da Londra per periodi sempre più lunghi, Hermione al contrario si era immersa sempre di più negli studi  e disinteressanta alla vita reale.

Erano passati ormai 10 giorni da quando Ron aveva lasciato Grimmaul Place, quando, esausto, ne varco la soglia, ma lo attendeva un’amara sorpresa: numerosi libri e fogli di pergamena erano sparsi per tutto l'ingresso e alcuni volumi sembravano esser stati lanciati giù dalle scale. Una pesante coltre di polvere ricopriva ogni cosa e il forte odore lasciava intendere che nessuno si fosse occuapato, da diversi giorni, della lettiera di Grattastinchi. Temendo un attacco da parte di uno dei, per fortuna pochi, superstiti dei Mangiamorte s'inoltrò all'interno della casa con i nervi a fior di pelle.
 Una volta entrato in cucina il mistero si risolse da solo, Hermione era seduta a capotavola letteralmente circondata da pergamene, piume e boccette d’inchiostro. Sparsi per la stanza i resti di dei pasti erano diventati un banchetto per Grattastinchi e diversi insetti che, stando alla larga dal gatto avevano creato vere e proprie processioni dalla cucina alle loro tane. Mozziconi di candele ormai esauste avevano creato qui e la macchie di cera e non poche bruciature, mentre alle pareti erano state appesi diversi schemi e diagrammi.

“Hermione!!!, che cos’è tutto questo casino? Da quanto tempo sei li seduta”?

Presa alla sprovvista sobbalzò sulla sedia e Ron dovette buttarsi di lato per schivare lo schiantesimo che aveva lanciato ancor prima d’alzare lo sguardo.

“Ma sei impazzita? Sono io Ron!”

Scrollando la testa Hermione sembrò quindi essere finalmente tornata in se e ignorando tutto ciò che aveva intorno si precipitò su di lui per assicurarsi che stesse bene.

“Ron scusa, ma non mi aspettavo che rientrassi così all’improvviso e mi sono spaventa, non dovevi stare via una settimana?”

L’espressione di stupore che vide sul volto di Ron fece immediatamente nascere in lei il dubbio, confermato qualche secondo dopo dalle sue parole.

“Sei sicura di star bene? Sono passati 10 giorni, un paio di imprevisti mi hanno trattenuto più del dovuto. Da quanto tempo non ti stacchi da quei libri?”

“Ehm, no va beh...non è tanto”

Balbettando cercò di trovare una scusa guardandosi intorno, ma il caos che la circondava era impossibile da giustificare. Per un solo istante pensò di confondere Ron e rimediare, ma nella fretta aveva lasciato cadere la bacchetta.
Sentì quindi le sue mani posarsi sul suo volto e alzarlo verso i suoi occhi. Sulla pelle sentì il loro calore e i calli freschi di cui erano ricoperte. Ron odorava di sudore e polvere, ma sotto a tutto ciò poteva percepire chiaramente il profumo che lei le aveva regalato e l’odore che ancora permeava il cuscino accanto al suo.

“Hermione ne abbiamo già parlato più volte, non siamo più a Hogwarts: non ci sono compiti, punti e voti. Io e Harry ti abbiamo lasciato mandare in pensione Kreacher e non hai voluto altri elfi domestici, ma così non si può andare avanti. La casa è peggio di quando ci siamo entrati e mi hai quasi schiantato tanto eri concentrata su non so che cosa.”

Hermione divenne, se possibile, ancora più rossa in faccia mentre un fiume di scuse sconnesse le proruppe dalle labbra, cosa che fece infuriare ancora di più Ron.

“Smettila subito, tutti i nostri compagni hanno ormai un lavoro stabile e alcuni stanno già pensando al matrimonio. Non più tardi di due giorni fa Kingsley mi ha chiesto per la decima volta perché non avessi ancora fatto domanda per entrare al ministero, mentre la Professoressa McGonagall si aspetta da un momento all’altro una tua richiesta d’assunzione a Hogwarts..che cosa devo fare con te?”

Rosso di rabbia non si aspettava che Hermione reagisse come aveva sempre fatto quando qualcuno faceva una domanda: lanciare in alto la mano e dare la risposta.

“Dovresti mettermi in punizione”

Le servì solo un’istante per portarsi la mano davanti alla bocca stupita e inorridita dalla sua stessa risposta. Istintivamente fece un passo indietro temendo la reazione di Ron.

“Sai che non è una cattiva idea, ma qui non ci sono punti da togliere o esercizi extra. Ti punirò come mia madre ha punito tante volte Fred e George…chissà se con te darà risultati migliori.”

A quelle parole l’ottimo cervello di Hermione sembrò andare definitivamente in tilt, sapeva che la signora Weasley le aveva provate tutte con Fred e George, ma non aveva alcuna idea di quello che aveva in mente Ron.  Chiese quindi con voce titubante: “Che cosa intendi di preciso?”

Sul volto del ragazzo apparve quindi un espressione che aveva già visto pochissime volte e che non lasciava presagire, per lei, nulla di buono.

“Molto semplice piccola streghetta disordinata, adesso prenderò una sedia comoda” Con un colpo di bacchetta fece apparire dal nulla una scura sedia in legno dall’aria molto stabile. “Costringerò una certa persona a mettersi sulle mie ginocchia”…Altri due rapidi colpi di bacchetta e Hermione si trovò a planare con dolcezza sulle sue ginocchia, le braccia in avanti per non cadere e il fondoschiena pericolosamente in vista. Le bastarono pochi attimi per capire in ogni dettaglio cosa intendesse Ron.

“Aspetta…non vorrai”

Cercò di divincolarsi, ma se avesse tolto le mani da terra sarebbe caduta faccia in avanti e dopo il primo tentativo lacci invisibili le bloccarono lo gambe.

“Smetti di opporti, dopotutto sto facendo esattamente quello che hai detto tu, ti sto punendo per il casino che hai fatto in casa…”

La frase rimase in sospeso, mentre i primi colpi cadevano sul retro della sua tunica e l’imbarazzo iniziava a farsi sentire. Il quidditch prima e l’addestramento da auron poi avevano dotato Ron di una forza inaspettata e già dopo la prima decina di colpi i suoi tentativi di ribellione erano notevolmente diminuiti. Mentre il bruciore aumentava veniva però rapidamente seguito dall’imbarazzo, non era mai stata trattata in quel modo e in passato Ron aveva solo sfiorato la zona a cui ora si stava dedicando con tante attenzioni.
Dopo alcuni minuti i colpi cessarono e la voce di Ron tornò a parlare alla sua schiena.

“Bene, ora parliamo invece dello schiantesimo che hai cercato di lanciarmi contro, avrei potuto farmi parecchio male…non credi?”

Stava per rispondergli per le rime quando sentì con orrore la veste che gli veniva tirata sulla schiena e le mutandine raggiungere il pavimento. Immediatamente il viso le divenne del medesimo colore delle natiche e una sfilza di maledizioni le irruppe dalle labbra facendo esplodere una teiera abbandonata li vicino. Ron però si aspettava una reazione e con una mano le bloccò la schiena mentre con l’altro riprese a colpire il suo culetto ormai completamente indifeso.

Sebbene vivessero insieme da anni Ron e Hermione avevano sempre mantenuto una certa riservatezza e lui non aveva mai avuto l’opportunità d’osservare con tutta calma il fondoschiena di lei. Sapeva già che si teneva in forma e che il continuo trasportare qui e la tonnellate di libri l’avevano aiutata a mantenere un fisico snello e atletico, ma di certo non si aspettava che fosse dotata di curve così armoniose. Mentre continuava a sculacciarla e osservava la pelle farsi sempre più rossa non riuscì ad impedire alla sua mente d’immaginarsi mentre la spogliava completamente e, mentre si godeva la vista dei suoi lunghi capelli che le scendevano lungo la schiena, costringerla a fare cose che non avrebbe mai raccontato a nessuno.

La punizione sembrava non finire mai e Hermione aveva ormai rinunciato a ogni tentativo di ribellione lasciando che il dolore delle sculacciate e l’imbarazzo per la situazione in cui si era cacciata l’avvolgessero completamente. Da quando era salita per la prima volta Hogwarts Express si era trovata di fronte a innumerevoli rischi e la sua infanzia aveva presto lasciato il posto a un’adolescenza ricca di avventure. Trovarsi però li, sulle ginocchia di un adulto a ricevere una meritata punizione avevano risvegliato in lei sensazioni che non pensava di poter provare. Non reagì come sì sarebbe aspettata quando sentì il corpo di Ron reagire sotto il suo e anzi quasi involontariamente iniziò a muoversi per ricevere meglio i colpi che ancora la mordevano spietati.
Quando finalmente Ron le permise di alzarsi erano entrambi stanchi e accaldati e nuove vesciche punteggiavano la mano di Ron che aveva raggiunto un brillante rosso vivo. Il cocente bruciore che proveniva dalla sue natiche le rendeva facilissimo immaginare che fossero di un colore molto simile.
Provò a rivolgergli uno sguardo d’odio, ma la sua espressione doveva dire tutt’altro, Ron in risposta si alzò e mettendole una mano sotto al mento la costrinse a guardarlo negli occhi.
“Spero tu abbia imparato la lezione piccola streghetta, ora va in camera tua a sistemarti. Ci penso io a ripulire”. Detto ciò le diede un affettuoso bacio sulla fronte e con una nuova sculacciata la indirizzò verso le scale. Fu solo quando raggiunse la cima delle scale che si rese conto d’aver lasciato le mutandine in cucina, ma con un sorriso s’infilò in bagno.

Quindici minuti dopo Ron stava ultimando le pulizie, ma rimase di sasso quando la vide: nella mano stringeva le mutandine che aveva dimenticato in cucina, ma a quanto pare il resto dei suoi vestiti era stato dimenticato in bagno.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Teoria del Riccio - Parte 3

F&G - Non dovevate studiare ?

La Maledizione di Al Kali - Parte 1