Lui e Lei - Nebbia e Freddo parte 2

Si era quasi appisolata quando Lui rientrò con una tazza di latte fumante, il profumo le comunicò con piacere che vi era stato aggiunto abbondante cacao. Si sedette sul letto sorridendogli, la serata stava prendendo una piega molto interessante.

"Cucciola ora bevi questo, vedrai che dopo ti sentirai meglio. Poi dopo vediamo se hai la febbre"

Le vide aggrottare il viso a quelle parole e tirarsi su la coperta sul viso

"No, non voglio...non ne ho di febbre"

Non riuscì a percepire il lampo che attraverso gli occhi di lui, mentre sorridendo le si sedeva accanto poggiando la tazza sul comodino e allungando una mano verso di lei.

"Non fare i capricci già adesso, ora devi mangiare...non mi dire che ti devo imboccare"

A quelle parole lei abbassò la coperta quanto bastava per scoprire il viso e la prima parte del collo, quindi senza dire una parola apri la bocca con un sonoro "aaa" che gli strappò un sorriso. Avvicinandosi ancora di più a lei prese quindi il cucchiaio e iniziò a imboccarla cercando di non versarse sul piumone neppure una goccia.

Continuarono in silenzio sino alla quarta cucchiaiata, quando lei chiuse di scatto le labbra e scosse la testa, sussurrando un ovattato "basta". Questa volta però vide chiaramente un lampo pericoloso attraversargli gli occhi che per un istante la lasciò interdetta, ma la gola le faceva male e tutte le volte che inghiottiva si sentiva tutta scombussolata.

"Cerca di non fare i capricci, guarda che la mia pazienza si sta per esaurire. Avanti apri la bocca, ancora almeno altre 4 cucchiaiate"

Poteva quasi vedere le rotelle dentro la sua testa girare, mentre il viso assumeva un'espressione pensierosa.

"va bene, ma prometti che saranno solamente 4"

Non riuscì a trattenere un sorriso, aveva assunto un tono e un espressione da bambina che rendeva la scena molto tenera, quasi fosse stata disegnata per uno spot di cioccolatini.

"Ok solo quattro...promesso"

Mentre finiva la frase approfitto della sua distrazione per infilarle una cucchiaiata di latte tra le labbra socchiuse. Dopo esattamente 4 cucchiai la scena si ripete esattamente identica. Si concesse quindi qualche attimo per decidere il da farsi, notando intato che era comunque riuscito a farle bere quasi metà tazza.

"Va bene, l'avevo promesso. Ora mettiti sotto le coperte, io torno a brevissimo"

Aspettò che si sdraiasse sotto le coperte  e poi, dopo averle dato un leggero bacio sulla fronte lasciò la stanza. Rimane quindi sola nella stanza a senza riuscire a far svanire il sorriso che le decorava il volto. le piaceva essere coccolata in quel modo e si augurò che tornasse il prima possibile. Dalla porta aperta sentiva i rumori di lui che riordinava la cucina, o almeno così sembrava, e non pote evitare di tendere le orecchie ogni volta che questi cessavano. Era quasi caduta in uno stato di torpore sonnolento quando lui rientrò nella stanza.

Le si sedette nuovamente accanto posandole una mano sul fianco e sorridendole

"Piccola ora però dobbiamo misurare la febbre, mettiti a pancia sotto"

Non fece in tempo a finire la frase che la vide sparire sotto le coperte, mentre un sonoro "no" faceva capolino dal bozzolo di coperte che era diventata la sua ragazza. Naturalmente si aspettava una certa dose di capricci, anche se per un attimo aveva sperato che non succedesse. Si sporse quindi verso la parte alta delle coperte, più o meno dove intuiva fossero le mani di lei e ne afferrò il lembo.

Non trattenne un urlo di protesta quando le coperte le vennero brutalmente strappate di dosso con un rumore secco, istintivamente si raggomitolò su se stessa nascondendo la testa tra le ginocchia e il petto. Non aveva però considerato che in quella posizione una parte molto importante di lei rimaneva di fatto completamente esposta, cosa che si ricordò non appena una veloce sequenza di sculaccioni si abbatte sulle sue mutandine.

"Ora basta capricci"

Le sue parole risuonarono dure e decise, mentre approfittava del suo cambio di posizione per posarle una mano sui fianchi bloccandoli contro il lenzuolo. Lei provò ancora a proteggersi portando le mani dietro di se e cercando di colpirlo, Lui era tuttavia pronto ad una reazione che ben conosceva e approfitto della sua posizione per intrappolarle con una mano entrambe le braccia dietro la schiena.

Sbuffò nel cuscino, si trovava un una posizione dalla quale non riusciva a liberarsi e ad ogni minimo tentativo riceveva uno sculaccione che la convinceva a smettere di provarci. L'aria della stanza le solleticò la pelle quando le tolse brutalmente le mutandine mettendo a nudo le natiche già arrossate. Contrasse i muscoli in un estremo tentativo di difesa, ma il dito di lui li superò senza grossi problemi, iniziando a distribuire il lubrificante. Iniziò a massaggiarla lentamente sino a che non la sentì rilassarsi quanto bastava per consentirgli di insinuare la punta dentro di lei.

Si morse il labbro quando lo sentì entrare dentro di lei, il leggero massaggio fece germogliare dentro di lei una serie di sensazioni che la portarono ad inarcare leggermente i fianchi. Mugolò quindi di protesta quando lo sentì uscire da lei e sostituirsi con il freddo termometro di metallo e vetro. Trattenne il respiro quando iniziò a spingerlo dentro di lei, mentre il suo corpo si apriva leggermente per lasciarlo entrare. Il freddo di acciaio e vetro in contrasto con il calore del suo corpo e il bruciore della sua pelle.

Quando il termometro raggiunse la giusta profondità lo intrappolò tra medio e indice e posò la mano su di lei. Poteva sentire il muscolo caldo e sodo sotto il palmo della mano e si scoprì in difficoltà nel tentativo di trattenersi dallo stringerlo e accarezzarlo.
Era ancora ben visibile il segno dell'abbronzatura, ora in netto contrasto con le aree arrossate e il dorso della sua mano. Dentro di lui sentiva il desiderio crescere ad ogni istante.

Il termometro dentro di lei iniziava a darle fastidio, spingendola a muovere i fianchi nel tentativo di liberarsene.

"Ferma...altrimenti ti sculaccio di nuovo"

La mano di lui si contrasse leggermente esplicitando ancora di più la minaccia.

"Ma mi annoio...è fastidioso"

Un leggero colpo d'avvertimento le strappò un piccolo lamento di protesta, in risposta ruotò la testa dietro le spalle incrociando lo sguardo di lui e riservandogli una linguaccia.

In risposta lui posizionò meglio il termometro spingendolo nuovamente alla giusta profondità e le posò un piccolo bacio nell'esatto punto dove l'aveva colpita qualche attimo prima

"Piccola manca ancora un minuto circa, prova a resistere"

"Mi fa male...è freddo"

Un secondo colpo la colpì sull'altra natica strappandole uno sbuffo di protesta. Pochi istanti dopo sentì il termometro uscire lentamente da dentro di lei mentre la mano che fino a qualche attimo prima lo teneva fermo iniziava dolcemente ad accarezzarla. Voltò quindi la testa verso di lui in attesa di conoscere il verdetto, lo vide portarsi il termometro di fronte al viso, e aggiustarsi gli occhiali premendo il ponte con il dito indice.

"37.4 Piccola, direi che per ora non serve mettere alcuna supposta"

Sorrise a quella notizia, anche se improvvisamente gli venne il dubbio che, vista la temperatura relativamente bassa, stesse per arrivare la punizione per le sue marachelle. Per proteggersi allungò le braccia verso di lui chiedendogli tacitamente d'essere presa in braccio.

A quella vista non trattenne un sorriso, era quasi impossibile punire una ragazza con quell'espressione. L'accolse quindi tra le sue braccia sistemandosi sul letto accanto a lei. Iniziò ad accarezzarla mentre la televisione iniziava una puntata di una delle loro serie preferite.

Non appena finito l'episodio si girò verso di lei senza smettere d'accarezzarla.

"Non credere d'averla fatta franca, se domani mattina starai meglio discuteremo del tuo abbigliamento di oggi"

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