Lui e Lei - Nebbia e Freddo parte 1

L'immobile nebbia e la fredda pioggerellina coprivano il paesaggio intorno a loro, coprendo di un manto umido la città e spegnendone i rumori.
Lei si strinse ancora di più nel cappotto non trattenendo un brivido di freddo e maledicendosi per essersi vestita decisamente troppo leggera, la gonna di cotone e le calze non si stavano rivelando la scelta giusta. Con un sospiro ritornò con la mente alla mattina quando lui le aveva fatto trovare sulla sedia guanti, cappello, sciarpa e uno spesso paio di pantaloni, era tutto molto elegante, ma conoscendo alcune delle ragazze che sarebbero state con lei all'esame aveva optato per un look molto più sbarazzino.
Le sue colleghe avevano commentato positivamente il look decisamente estivo e l’esame era andato molto bene. Purtroppo però il 28 nuovo fiammante contenuto sul libretto non stava aiutando a raggiungere più velocemente il caldo del loro appartamento, abbracciandosi stretta sospirò nuovamente in attesa di un autobus che non sembrava voler arrivare quando uno starnuto le scosse il corpo preannunciando una brutta infreddatura.

Fuori infuriava il temporale e lei non era ancora arrivata, sapendo che un esame può portare via molto tempo non l’aveva ancora chiamata, ma ora cominciava a guardare l’orologio pensieroso. Si augurava che si fosse coperta a dovere, riusciva ad ammalarsi con fin troppa facilità e di solito farla guarire comportava una lunga serie di urli, minacce e punizioni.

Finalmente sentì la chiave girare nelle serratura, si alzò giusto in tempo per vederla entrare in casa, era completamente zuppa, il giubbotto fradicio le cadeva informe sulle spalle e il cappuccio si fondeva con il lunghi capelli in un unico strato scuro. Sentì un brivido di freddo quando vide gran parte delle gambe scoperte e arrossate per il freddo, la rabbia che iniziava a crescere fu smorzata sul nascere dal forte starnuto che echeggiò per tutta la casa e la scosse provocando una cascata di spruzzi

“Piccola che è successo? non ti muovere ci penso io a te”

Sentì le sue parole arrivarle da lontano, le orecchie intasate dall’acqua e un forte mal di testa che cominciava a prendere il controllo di lei. Si aspettava una sfuriata per essere uscita vestita in quel modo e sobbalzò quando sentì le sue braccia avvolgerla in un grande asciugamano e sollevarla da terra. Capì però le sue intenzioni e si rilassò appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre lui la portava verso il bagno.

La poggiò delicatamente al centro del tappeto e cominciò a toglierle uno ad uno i vestiti bagnati, mentre accanto a loro la doccia si liberava dell’acqua fredda contenuta nei tubi a favore di quella bollente. Sentiva il suo corpo gelido e bagnato sotto le dita mentre la spogliava e accarezzava delicatamente.
Giubbotto, camicia, gonna, calze, scarpe, uno ad uno i vestiti trovavano la via della lavatrice mentre Lei rimaneva in silenzio preoccupata che da un momento all’altro potesse arrivare una sgridata e una punizione, non riusciva a smettere di tirare su con il naso e cominciava a sentire le lacrime spuntarle sugli splendidi occhi scuri. Incrociò i suoi occhi e non vi lesse rabbia, ma solo preoccupazione e tenerezza, sentì una mano accarezzarle la guancia scostandole i capelli ancora umidi e per qualche istante rimasero immobili a guardarsi l’un l’altra sino a che Lui le posò un delicato bacio sulle labbra senza smettere di sorreggerle il viso con la mano.

“Si, mi hai fatto arrabbiare, ma ora non è il tempo delle punizioni, ora ti aspetta una doccia calda e poi coperte e coccole, dobbiamo evitare l’influenza.”

Dopo queste parole la prese per mano guidandola sotto il getto d’acqua calda, nell’aria si diffuse il familiare profumo di cannella del suo doccia schiuma preferito, mentre sentiva le sue mani lavarla e massaggiarla, sciogliendole i muscoli e portandosi via la stanchezza e il freddo. Si rilassò completamente, l’acqua le scorreva lungo il corpo e le mani di lui delicate e decise la facevano sentire protetta e al sicuro. Sospirò di piacere quando la spugna le passò tra le cosce e lungo le natiche, trattenendo l’impulso a spingerle in avanti inarcando la schiena. Le lavò accuratamente anche i capelli, stando attendo a non farle andare il sapone negli occhi e districandole i nodi con le dita.
Fin troppo preso l’acqua venne chiusa e si trovò nuovamente tra le sue braccia avvolta in un asciugamano caldo, senza una parola la portò in camera da letto, le mise il pigiama e l’avvolse bene bene tra le coperte.

“Piccola ora tu rimani qui al caldo, io vado a preparare la cena e poi torno a prendermi cura di te”

Prima di andarsene le posò un bacio sulla fronte e posò sul comodino il termometro, pronto in caso di bisogno.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Teoria del Riccio - Parte 3

F&G - Non dovevate studiare ?

La Maledizione di Al Kali - Parte 1