Juta

Il profumo della juta intrecciata dava un nome e una forma precisa all'infinito insieme che le avvolgeva il corpo, quasi invece non sentiva la musica che l'avvolgeva persa in quell'unica sensazione di sicura leggerezza.

Le sfuggì un gemito quando lui mosse rapido le dita sul suo corpo, la juta le penetrò più a fondo nella pelle mentre ogni singolo nervo del corpo si concentrava su quel familiare doloroso abbraccio che solo lui era in grado di trasmetterle. Rallentò ancor di più il respiro sentendosi sollevare ancora una volta, mentre i capelli le ricaddero sul viso negandole la luce soffusa delle poche lampade.

Una singola goccia di sudore gli attraversò il viso provocandogli un fastidioso tremito, con uno sforzo immenso lasciò che la juta gli scivolasse tra le dita per asciugarsi il viso. Attraverso il fazzoletto percepì chiaramente il profumo delle sue mani, sapevano di juta e di lei, inconsciamente inspirò a lungo lasciando che gli penetrasse in ogni fibra del corpo.

Con lo sguardo esplorò la scena, sarebbe rimasto ad osservarla per sempre. La juta disegnava linee sicure e precise attorno al suo corpo atletico evidenziandone la perfezione delle curve e lasciando ricadere il vestito in una morbida cascata che quasi sfiorava il pavimento. I capelli le nascondevano il viso lasciando intravedere soltanto la curva della mandibola e una piccola parte delle labbra che lui sapeva ricoperte da un leggero rossetto rosa. Non riuscendo a resistere lasciò che le dita scorressero leggere lungo il suo corpo sentendo sotto le dita il contrasto tra la ruvidità della juta e la morbidezza del suo corpo.

Trattenne il respiro quando lo sentì accarezzarla, la juta le impediva di spingere all'infuori il seno, ma si trattenne dal comunicargli in altro modo il suo desiderio. Forse fu il suo stesso corpo a tradirla, lo sentì interrompere il percorso che lei si era immaginata per percorrere la corda che le attraversava il petto e proseguire lungo la schiena. Una sottile pelle d'oca le decorò il collo quando, i muscoli tesi nello sforzo di girarlo verso di lui.

Per un solo instante non lo sentì più, il petto in fiamme dal bisogno di ossigeno ordinò al suo corpo di non aprire gli occhi, non voleva interrompere la catena di sensazioni che l'avevano intrappolata, quasi timorosa che fosse tutto uno splendido sogno. Aprì quindi lentamente le labbra e sentì l'ossigeno scivolarle fresco in gola e portare con se il familiare sapore della juta.

Le sue labbra arrivarono improvvise, mentre una mano le si posava delicatamente sulla guancia sostenendole il collo. In lontananza udì il click di una macchina fotografica, il suo cervello registrò che forse era il momento di cambiare la foto in camera da letto.

Commenti

Post popolari in questo blog

La Teoria del Riccio - Parte 3

F&G - Non dovevate studiare ?

La Teoria del Riccio - Parte 1