Lui e Lei - Un particolare risveglio

La mattina era decisamente troppo calda e il suono irritante della sveglia ricordò a entrambi che era arrivata l'ora d'andare al lavoro. Sbuffando le ordinò di alzarti e andare a prepararti, sapeva che impiegava sempre molto tempo e preferiva che fosse lei a alzarsi per prima

Era stanca e faceva caldo, non aveva decisamente voglia di alzarsi. Con un lamento disarticolato si tirò il lenzuolo sopra la testa e si girò dall'altra parte.

Emise in breve ringhio e le ripete la richiesta mentre sentiva il corpo svegliarsi e l'adrenalina iniziare a scorrere. Con la coda dell'occhio vide sporgere dal lenzuolo solamente un singolo dito della mano sinistra, tanto bastò per svegliarlo completamente.
Ruoto velocemente il braccio abbattendo un forte sculaccione sul suo culetto coperto solamente da un fine lenzuolo di cotone.

Strillò di sorpresa mentre il lenzuolo volava ai piedi del letto, sapeva che se si strappava la sua punizione sarebbe stata molto più forte e non contrastò il tentativo.

Il suo corpo atletico gli apparve di fronte completando il suo risveglio. Seguì la curva della schiena mentre le poggiava una mano tra le scapole per tenerla ferma, il leggero bronzo della pelle interrotto improvvisamente da una brasiliana in cotone bianco che lasciava intravedere il rosso del primo colpo.

Affondò il volto nel cuscino mentre sentiva le mutandine scorrerle lungo le gambe, mentre il corpo le si ricopriva di una leggera pelle d'oca. I colpi iniziarono a cadere rapidi e implacabili, strinse i lembi del cuscino imponendosi di non emettere alcun suono, ma i suo corpo la tradì. Dopo pochi attimi i loro respiri e i loro corpi si sincronizzarono e i fianchi di lei lo ipnotizzarono.

Improvvisamente sentì la sua mano bloccarle i polsi sopra la testa e percepì il materasso sotto di lei adattarsi al movimento. Quasi le sembrava di vedere la sua pelle tesa e arrossata, mentre ogni goccia di sangue le si concentrava sui tuoi fianchi.

"Non pensare sia finita qui"

Ruotò lentamente i polsi cercando di allentare il foular che le stringeva i polsi, ma non sembrava possibile. Sbuffando calciò l'aria dalla rabbia, una fitta proveniente dai sui fianchi le confermo che non era stata una buona idea. Si mosse lentamente cercando di esporre il più possibile la pelle arrossata al leggero rivolo d'aria fresca che filtrava dalle tapparelle socchiuse.
Ruotando la testa riusciva solamente ad intravedere la porta del bagno socchiusa, poteva però udire ogni suo movimento, le orecchie ben tese mentre cercava d'intuire cosa l'aspettasse. Acqua che scorreva e sportelli che venivano chiusi e aperti, per quanto si sforzasse non riusciva a prevedere le sue mosse. Tra il bagno e la camera da letto erano infatti molti gli strumenti e gli oggetti che avrebbe potuto usare. Si mosse ancora, le pieghe delle lenzuola che la solleticavano accrescendo le sensazioni contrastanti che le attraversavano il corpo.

Finalmente dopo essersi lavato il viso e aver indossato gli occhiali riusciva a godersi la scena che aveva di fronte: lei era immobile sul letto, le lenzuola arruffate ai suoi piedi e il corpo decorato dalla sottile ragnatela di sole che filtrava dalle tapparelle. i capelli le cadevano scomposti lungo la schiena in una massa disordinata che sembrava fatta apposta per far risaltare la sua pelle leggermente abbronzata e resa luccicante da un sottile velo di sudore. Il due capi del foular che aveva usato per immobilizzarla le cadevano elegantemente lungo i polsi catturando l'attenzione e indirizzandola verso la parte di lei con cui condivideva il colore. Seguendo con lo sguardo le loro lunghe punte percorse la curva devi seni, sentì il cuore pulsargli in petto quando attraversò la lunga schiena dorata e arrivò ai glutei ben modellati e di un eccitante rosso chiaro, risultato della recentissima punizione.

Percorse i pochi passi che lo separavano dal suo comodino e l'apri, scostando un secondo foular appositamente piegato a quello scopo scoprì alcuni dei suoi strumenti preferiti: sfiorò con le dita il manico della pesante spazzola in mogano, soppesò per un istante i due plug in acciaio racchiusi in una morbida sacca di scura seta. Due vecchie cinture in cuoio nero e un paddle del medesimo materiale stazionavano nella parte più profonda del cassetto, strumenti utilizzati raramente e solo in caso di gravi mancanze. Quasi stonava la plastica colorata dei due termometri che completavano la collezione, spesso si era riproposto di procurarsene un paio in vetro, ma non si era mai messo seriamente a cercare.

Sentì i suoi passi dietro di lei e istintivamente affondò il volto nel cuscino, trattenne il fiato, i muscoli tesi in attesa di quello che sarebbe successo. Sobbalzò quando un singolo dito le sfiorò delicatamente la schiena, proprio li dove il collo si fonde con le spalle e bastava sfiorarla per farla rabbrividire. Lo sentì percorrere lentamente la colonna, mentre sottili scosse elettriche le si propagavano lungo il corpo Incurante di tutto inarcò la schiena accompagnando la sua lenta discesa senza il coraggio di respirare.
Lo sentì scivolare lentamente oltre la vita, morse il cuscino nel tentativo di non contrarre i muscoli già irritati dalla prima parte della punizione. Lui si fermò proprio li, nel punto più profondo tra i glutei, premette leggermente e lei spinse i fianchi verso l'alto per assecondarlo.
Istintivamente indietreggiò quando incontro, invece del dito di lui, il freddo metallo. L'aria si riempì del caratteristico profumo del lubrificante che utilizzavano solitamente. Due rapidi colpi interrupperò immediatamente il mugolio di protesta che le stava fiorendo sulle labbra, mentre implacabile sentiva il metallo ruotare leggermente e iniziare a farsi strada dentro di lei. Millimetro dopo millimetro lo sentiva entrare dentro di lei mentre il suo corpo cedeva all'intrusione e si apriva per accoglierlo.

Il brillante che decorava la parte superiore del plug catturò la luce del giorno e si accese di un rosso cupo, attorno ad esso la pelle delle natiche stava lentamente virando nuovamente verso il rosa. La sfiorò con le dita e la sentì sussultare, più per la sorpresa che per il bruciore. Dentro di lui sentiva salire sempre di più la voglia di farla sua, buttò un occhio verso la sveglia sul comodino cercando di calcolare quanto tempo poteva ancora avere prima di dover fuggire in ufficio. Era decisamente troppo poco...irritato andò verso la spalliera e si chinò per slegarla.

"Purtroppo non posso occuparmi di te, ma se quando torno dall'ufficio non trovo tutto esattamente come l'ho lasciato..."

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