F&G - Problemi in famiglia 3

F&G - Problemi in famiglia 3

Rimasero distese a lungo mentre un fresca brezza estiva entrava dalla finestra ancora spalancata sullo stellato cielo di Sicilia. Il sudore asciugandosi formava un sottili schegge luminoso sui loro corpi nudi e intrecciati. Francesca teneva la testa appoggiata nell'incavo del collo di Giulia nelle orecchie il ritmico battito del suo cuore e il suo profumo la cullavano dolcemente, occasionalmente Giulia abbassava il volto per posarle un leggero bacio sulle labbra calde e morbide.

Stordite entrambe in un tenero dormiveglia non si accorsero dello scatto della serratura e dei passi che si avvicinavano. Il finto rumore di scatto del telefono era però decisamente riconoscibile, così come il la risata di Gaia quando saltarono entrambe giù dal letto.

Pensava fosse uno scherzo divertente, ma non aveva considerato la possibile reazione di Francesca, il pochi attimi vide il suo volto trasfigurarsi, i brillanti occhi azzurri lasciarono il posto ad un  profondo oceano in tempesta, mentre la pelle appena scottata dal sole assumeva un acceso rosso porpora.
Si paralizzò mentre le risate le morirono in gola e le dita di Francesca le si avvolsero attorno al collo.

"Ma che c...o ti viene in mente, d........e che non sei altro, te lo faccio ingoiare quel telefono"

Preoccupata che la cosa potesse finire male Giulia provò ad intervenire appoggiando una mano sulla spalla di Francesca.

"Dai cerca d calmarti, si trattava sicuramente di uno scherzo...ora cancella la foto e non succede nulla"

Istintivamente fece un passo indietro quando incrociò il suo sguardo, fu come fissare il fondo di un abisso impenetrabile e oscuro. Impossibile vederne la fine, ma chiaramente percepibile il pericoloso che nascondeva.
Non era tuttavia la solita espressione di rabbia che assumeva, e che spesso la portava a trovarsi sulle sue ginocchia. C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, come se non si trovasse di fronte ad un'altra versione di lei.

"Giulia stanne fuori...anzi lasciaci sole, devo spiegare a mia cugina che cosa si può fare e cosa no"

Il suo tono e la risolutezza con cui parlava la convinsero a lasciarla fare, afferrò quindi i vesti e uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di lei, si sedette sul divano e cercò di concentrarsi sul libro che stava leggendo, anche se più di una volta i rumori provenienti dall'altra stanza la distrassero.

Ancora immobile stava cercando la forza di reagire, non le era mai capitato di scoprirsi così impotente, quasi che il suo corpo volesse trovarsi in una situazione simile. Lentamente trovò quindi la forza di alzare un braccio e  poggiarlo sullo stomaco di Francesca.

"V..a....b.e...ne, ma ... ti prego lasciami"

Le parole le uscirono spezzettate dalle labbra, non riuscendo ad alzare gli occhi verso quelli di lei si trovo a fissare i suoi piccoli capezzoli rosa, mentre l'ossitocina le impediva di provare una minima reazione.

"Stammi a sentire, ora ti lascio, ma voglio che tu ti vada immediatamente a sedere sul letto, dobbiamo fare un lungo discorso io e te...ok?"

Il tono di Francesca non ammetteva repliche, scosse quindi velocemente la testa e finalmente sentì la pressione sul suo collo diminuire, l'ossigeno entrò finalmente libero lungo il suo corpo facendole prendere un minimo di colore.
Senza alzare gli occhi da terrà andò quindi a sedersi sul bordo del letto, sentì Francesca avvicinarsi e posizionarsi di fronte a lei, ma non alzò lo sguardo per non incontrare nuovamente il suo corpo nudo.
Tuttavia bastarono poche parole a Francesca per far si che alzasse lo sguardo e non smettesse più di lasciare i suoi occhi:

"Ascolta Gaia, tu mi sei molto simpatica e io e te andiamo d'accordo...il motivo è molto semplice, mi ricordi moltissimo com'ero alla tua età. Una scapestrata ribelle senza alcun rispetto per nulla e nessuno...anche io sino a poco tempo fa non volevo avere alcun tipo di regola ed ero convinta che tutto mi fosse dovuto. Ma mi sono trovata in più di una brutta situazione e non sto parlando di tornare a casa ubriaca, sto parlando di coltelli polizia, giudici e carcere. Mia madre non chiudeva più occhio ed era dimagrita moltissimo, se non fosse stato per Giulia a quest'ora probabilmente sarei morta o in galera. Lei ha stabilito delle regole e dei limiti e sempre lei ha saputo intervenire con bruciante durezza quando li superavo e li supero ancora.
Il tuo arrivo in questa casa ha spostato l'equilibri che si era creato, mi ha ricordato com'era divertente prima: ubriacarsi, giocare ai video-giochi tutto il giorno accendendo una canna dietro l'altra sino a che stordite non si cadeva sul pavimento. Ho rischiato di tornare su quella strada senza accorgermene e questo ha fatto preoccupare moltissimo Giulia e messo in difficoltà la nostra relazione.
Quindi ora ascoltami bene, tu qui sarai sempre la benvenuta, la porta di casa sarà sempre aperta e la camera degli ospiti pronta ad accoglierti, ma sino a che rimani in questa casa dovrai seguire le nostre regole..o pagarne le conseguenze. Oppure non mi lasci altra scelta che chiamare mia madre e chiederle di ospitarti a casa sua, allora cosa vuoi fare?"

Non si era mai sentita così in colpa in vita sua, non essendo proprio una brava ragazza non era certo la prima volta che si sentiva fare una ramanzina. Diverse volte si era trovata in situazioni simili, ma mai le parole l'avevano toccata così in profondità. Sentì quindi gli occhi che le si riempivano di lacrime e il cuore farsi improvvisamente pesante, non voleva assolutamente andarsene da quella casa, e non voleva perdere Francesca. Sentiva infatti per lei quel particolare affetto che si può provare soltanto per la sorella che non hai mai avuto.

"S..c..u..s..a..mi, non...volevo..assolutamente"

Le parole le uscivano con fatica dalla bocca, mentre sentiva sulle labbra il doloro sapore delle lacrime.

"d'ora in poi faccio quello che dici te, ma ti prego non mandarmi via. Piuttosto mettimi in punizione, ma non mandarmi via"

La reazione di Gaia la lasciò interdetta, non era abituata a trovarsi in quel ruolo e non sapeva bene come procedere. Nella sua mente si trovò quindi a ripetersi: "Cosa farebbe Giulia", anche se il ragionamento si concludeva sempre con lei sue ginocchia e il culetto rosso fuoco. Non era però per niente sicura di trovare il coraggio di sculacciare Gaia.

"Magari mi mettesse in punizione, se fossi nei tuoi panni Giulia mi farebbe il sedere talmente rosso che non potrei sedermi per un mese."

Si morse le labbra subito dopo quelle parole, non era mai stata sua intenzione rivelare tutto a Gaia. Sul volto le si dipinse un espressione allarmata mentre la vedeva spalancare la bocca per lo stupore.

"Che cosa..vuoi dire Fra...sculacciate? vuoi dire che Giulia quando ti comporti male, ti mette sulle sue ginocchia e ti sculaccia? è così che ti ha rimesso in riga?"

Con un sospiro Francesca le si sedette accanto, visto che ormai aveva parlato troppo tanto valeva raccontarle tutto e cercare di spiegarle.
Ci volle diverso tempo e quando concluse la sua spiegazione la riposta di Gaia la lasciò a bocca aperta:

"Ho capito, beh so che è imbarazzante, ma se Giulia è d'accordo potresti occuparti te di rimettermi in riga?"

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