Lui e Lei - Lezioni di guida

Sentiva i muscoli della schiena tesi contro il sedile del passeggero, attorno a lui la pianura padana scorreva fin troppo velocemente, mentre il respiro fuoriusciva rapido dalle labbra. Dal finestrino leggermente aperto il profumo della primavera in arrivo solleticava il naso e la fantasia. Lei stava imparando a guidare e la scampagnata serviva più a farle prendere confidenza che a farlo rilassare, anzi ad ogni piccola curva o sbandata il cuore perdeva un battito.

Pienamente concentrata sul mantenere l'auto esattamente sulla destra della tortuosa strada di campagna quasi non notava il paesaggio attorno a lei, voleva assolutamente dimostrargli di essere una brava pilota e decisa imboccava una strada dopo l'altra portando sempre più l'auto in aperta campagna.

Il rumore del telefono la distolse dalla strada, allungò quindi il braccio verso il telefono e senza pensare si mise a rispondere alla sua amica, era stata da poco mollata dal fidanzato ed era nuovamente in crisi con se stessa. Velocemente si mise a scorrere il lungo messaggio e ad arrangiare una velocissima risposta.

"Che cavolo stai facendo, attenta, pensa a guidare"

Fu tutto molto veloce, un attimo prima erano sulla strada, un attimo dopo il muso della macchina era fermo a un solo centimetro da una quercia secolare che aveva tutta l'aria d'essere solida come la pietra. L'odore di gomma e freno bruciato le invase le narici, mentre accanto a lei sentiva il respiro affannoso di lui. Nell'auto calò un silenzio carico di tensione, mentre entrambi cercavano di riacquistare il controllo della situazione, attorno a loro il bosco si riprendeva molto più velocemente di loro e in breve sentirono nuovamente i suoi tipici suoni.

Lentamente si voltò verso di lui, poteva vedere ogni singola vena del suo volto pulsare frenetica e il petto alzarsi e abbassarsi molto velocemente. Man mano che il pallore svaniva si delineava sul volto un espressione di furia che lei conosceva bene e che le fece istintivamente contrarre i muscoli.

Senza che le rivolgesse la parola lo vide scendere dall'auto e inoltrarsi di qualche passo nella boscaglia, in breve lo perse di vista e perplessa scese dall'auto domandandosi se non fosse il caso di seguirlo. Guardandosi intorno si rese conto che attorno a loro era solo la campagna e il bosco, la prima casa persa in lontananza. Provò ad aprire le labbra per chiamarlo, ma dalla gola uscì solo un flebile sospiro.

Le lacrime stavano già per fare la sua comparsa quando lo vide riapparire poco distante da lei, erano passati non più di 3 o 4 minuti, ma le erano sembrati eterni. Il sorriso le si spense quasi all'instante quando però vide quello che stringeva nella mano destra, un mazzetto di verghe dall'aria molto flessibile e molto pericolosa. Lunghe quanto un suo braccio erano state ripulite molto velocemente e alcune foglie facevano ancora capolino dai piccioli più resistenti.
Rimase perfettamente immobile ad attenderlo, nei suoi profondi occhi scuri poteva leggere la rabbia e la determinazione. Arrivò a pochi centimetri dal suo volto e lei chiuse istintivamente gli occhi preparandosi al colpo. Fu con sorpresa che senti le dita di lui poggiarsi dolcemente sulla sua guancia, in una muta carezza, mentre con le dita le alzava il volto verso il suo.

"Piccola quante volte ti ho raccomandato di non usare il telefono quando sei per strada o addirittura alla guida. Potevamo farci veramente male se non fossi intervenuto in tempo oppure fossimo stati in città. Te lo ha ricordato molte volte anche l'istruttrice, gli occhi devono sempre essere sulla strada. Chiaro ?"

Mentre parlava non aveva smetto un secondo di guardarla negli occhi i loro volti a così pochi centimetri che poteva percepire sulla pelle ogni suo respiro.

"Scusami, so che non avrei dovuto...devo ancora abituarmi all'idea. Però era per un motivo valido, la conosci impiega sempre un sacco di tempo a riprendersi dopo una rottura...e poi è andata bene no? non ci siamo fatti nulla..non mi punire ti prego"

Le sue parole e la sua espressione le fecero nascere un leggero sorriso sulle labbra, adorava quando spalancava i suoi splendidi occhi scuri e si mordeva il labbro inferiore in quel modo. Dovette trattenersi con forza per impedirsi di baciarla in quello stesso istante e stenderla sul letto di foglie ai loro piedi. Dentro di lui prepotenti eccitazione e rabbia lottavano tra loro e poteva quasi sentirli graffiarsi e mordersi a vicenda come due belve costrette in uno spazio angusto.
Lottando contro le stesso la condusse verso il cofano della macchina, guidandola con delicatezza sino a che non fu piegata con il busto su di esso e i fianchi ben esposti. Quando le abbasso le mutandine non pote trattenere un fremito, ogni volta che si trovava di fronte a quelle perfette rotondità, ancora colorate di un leggero color bronzo.

Il cofano era caldo sotto di lei spingendo il suo corpo a rilassarsi contro di esso, permettendo al calore di filtrare attraverso il leggero maglione primaverile. L'odore del metallo si mescolava estraneo al profumo del bosco attorno a lei lasciandole uno strano sapore lungo la gola. Guardandosi attorno notò ancora una volta che erano completamente soli e questo non fece che aumentare l'eccitazione e il senso di attesa che stavano velocemente montando dentro di lei.

Il rumore le era completamente estraneo, un velocissimo fshh che gli permise di capire cosa stava succedendo quando un forte bruciore le comunicò che si, si trattava delle verghe che aveva portato dal bosco. Ogni colpo era come una sottile lama che le attraversava i fianchi, troppo leggero per spingerla in avanti trasmetteva tutta la sua forza sul sottilissimo lembo di pelle che colpiva. Ogni colpo era quindi molto efficace e ne bastarono pochissimi per far si che le prime lacrime facessero capolino.

Ad ogni colpo un forte profumo di resina e linfa si sprigionava nell'aria e una sottile striscia rosa scuro attraversava orizzontalmente il culetto di lei disegnandovi un intricato insieme di righe, quasi un ricamo astratto. Dopo pochi colpi si rese conto di quanto doveva essere doloroso e lasciò cadere le verghe, non le aveva dato che una decina scarsa di colpi ma le sarebbe bastato.

I colpi cessarono improvvisamente, senti l'aria uscire precipitosa dalle labbra in un sospiro e l'aria fresca sulla pelle irritata. Attorno a lei il profumo era ormai onnipresente, reso ancora più evidente dalla linfa che si era sparsa nell'aria a causa delle frustate. Rimase quindi immobile in attesa della prossima mossa di lui.
Sentì le sue braccia avvolgerle i fianchi e sollevarla, fu questione di qualche attimo e si trovò stretta a lui, petto conto petto, labbra contro labbra. Fu un bacio furioso e appassionato, come se entrambi si stessero finalmente dissetando dopo una lunga e calda giornata. La stringeva forte contro di lui e lei gli avvolse le braccia attorno al collo lasciandosi trasportare da lui e dalla passione. Quasi non si accorse delle sue mosse, sino a che non sentì le foglie crepitare sotto la sua schiena, intrecciò le gambe attorno alla vita di lui spingendo il bacino contro il suo. Il dolore delle vergate si mescolò quindi al piacere che si sprigionava dalla loro stretta. Il mondo attorno a loro scomparve e rimase solo l'inebriante profumo della primavera, abilmente mescolato con quello della loro passione.

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