Lui e Lei - Nebbia e freddo conclusione

Erano passati diverse ore dall'ultima volta che il termometro aveva segnalato la presenza di qualche linea di febbre, Lui era stato molto chiaro l'ora della sua punizione si avvicinava sempre di più. Una volta che avessero terminato la cena sarebbe dovuta andare in camera ed aspettarlo.

Lo aspettava già da alcuni minuti, nonostante Lui non le avesse detto nulla in merito non appena arrivata in camera si era spogliata completamente lasciando cadere il pigiama e mutandine sul pavimento. Aveva rifatto il letto e ora lo attendeva sdraiata a pancia in giù con il cuscino sotto i fianchi per stare un pochino più comoda, non sapeva con che cosa lui la volesse punire, ma temendo che optasse per la cinta aveva lasciato sul comodino la sua spazzola in bamboo. Dentro di lei sentiva crescere lentamente la paura e l'attesa per la punizione imminente, mentre cercava di trattenere l'istinto che le diceva di nascondersi nell'armadio e non uscirne sino all'indomani.

Dopo quella che sembrava un eternità sentì finalmente i passi di lui nel breve corridoio e trattenne il respiro in attesa che aprisse la porta.

Apri lentamente la porta e si concesse qualche istante per osservare la scena che aveva davanti: Il sole al tramonto filtrava dalle tapparelle semi chiuse colorando la stanza di una surreale luce rosso-arancione. Lei l'attendeva sdraiata sul letto, il corpo attraversato da sottili strisce di luce che le accedevano i morbidi capelli di sfumature ramate e mettevano in risalto il corpo sottile e ben modellato. Si era messa un cuscino sotto alla pancia mettendo in risalto le forme delle sue natiche sulle quali era ancora visibile il segno del costume in netto contrasto con la fredda aria autunnale che filtrava dal corridoio.
Sentì il desiderio ruggire furioso dentro di lui, mentre il sangue correva impetuoso nelle sue vene risvegliando tutto il suo corpo, strinse i pugni combattendo con l'impulso di prenderla in quello stesso instante. Fu allora che vide la spazzola posata sul comodino, ferma anch'essa in attesa di quello che sarebbe successo di li a qualche istante. Riempì d'aria i polmoni e in due rapide falcate fu sopra di lei, nella destra soppesò la spazzola lasciando che aderisse perfettamente alle sue dita.

Affondò la testa sul cuscino quando sentì il palmo di lui posarsi sulla sua schiena spingendola verso il basso, trattenne quindi il respiro in attesa del primo colpo.

"Piccola sai che odio quando metti in pericolo la tua salute, ti avevo espressamente detto di vestirti come si conviene, fuori ci sono 0 gradi e tu sei uscita come se ce ne fossero 20. Dimmi lo farai di nuovo oppure la prossima volta mi darai retta?"

le aveva parlato con un tono deciso, poteva chiaramente percepire la rabbia e la serietà delle sue parole, ma non voleva dargliela vinta così facilmente, affondò quindi la testa ancora di più nel cuscino e non rispose.
Il primo bruciante colpo la fece sussultare, mentre istintivamente i suoi muscoli si contraevano in risposta, rapidamente ne arrivarono altri tre sempre in punti diversi delle natiche e con la medesima forza. Lampi brucianti le attraversavano i fianchi strappandole dei lamenti rapidamente soffocati dal cuscino.

"Allora piccola lo farai di nuovo?"

Ancora una volta non rispose, mentre il bruciore continuava a farsi sentire, percepiva la sua rabbia attraverso le parole e la pressione della sua mano sul suo corpo. Ma non era l'unica cosa che percepiva, percepiva la sicurezza che le dava essere completamente alla sua mercé e l'eccitazione che si mescolava al dolore. Ancora una volta non rispose e i colpi ricominciarono a cadere rapidi e inclementi, ad ogni colpo il corpo veniva scosso dalle sensazioni e il bruciore aumentava, poteva quasi percepire la sua pelle farsi sempre più rossa. Le lacrime iniziarono a scorrerle lungo le guance mentre il bruciore si faceva sempre meno sopportabile, sapeva che lui non si sarebbe fermato sino a che non avesse ottenuto la risposta che voleva...

"Basta...ti prego...prometto che non lo farò più"

Dopo quelle parole sentì la spazzola cadere sul pavimento con il tipico rumore del legno contro legno. La mano che l'aveva tenuta immobilizzata le percorse la schiena in una lunga e lenta carezza, senti i capelli che le venivano scostati dal collo e dal viso e Lui salire sul letto accanto a lei. Si girò quindi verso di lui sobbalzando di dolore quando la pelle rosso acceso del suo culetto strusciò contro la stoffa del cuscino, Lui l'accolse tra le sue braccia lasciando che posasse la testa sul suo petto mentre l'accarezzava lento.

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